Alcuni giorni fà a Marina di Modica in provincia di Ragusa, Sicilia, un branco di cani randagi ha assalito e ucciso un bambino di 10 anni, ferendone poi un altro e una turista tedesca. In seguito gli animali sono stati catturati e rinchiusi e sulla loro sorte si è aperto un aspro dibattito : dovranno essere abbattuti oppure no?
A prescindere dalla risposta a quest’ultima domanda quanto accaduto non è affatto un evento insolito (lo scorso ottobre, nel beneventano, avvenne un’altra aggressione mortale ad un bambino). In Italia i cani randagi sono circa 600.000 (qualcuno parla di un milione) e la maggior parte di essi si trova al sud (e in molte città del meridione è ormai facile imbattersi in gruppi di animali che vagano indisturbati per strade e abitazioni). Di questi solamente meno di 150.000 si ritrovano custoditi in canili nonostante leggi e ordinanze.
Perché? Puntare il dito contro i cani quindi è cosa facile, meno è chiedersi come mai la legalità non venga rispettata, causando così un tale evento mortale incredibile per un paese che come il nostro ha il coraggio di dichiararsi civile e progredito.
Il problema fondamentale sono i soldi. I fondi del Governo per gestire il fenomeno del randagismo sono sempre di meno e quindi i comuni si ritrovano con risorse insufficienti (oppure “magicamente” sparite e/o intascate). Stessa cosa per i controlli. Questo ha portato al fallimento ad esempio delle politiche di sterilizzazione e di costruzioni di rifugi, i quali sia che siano già esistenti sia che vengano costruiti ex novo diventano ben presto sovraffollati dato che ogni anno migliaia di animali vengono abbandonati per le strade.
Le leggi poi talvolta vengano disattese e così di strutture e sterilizzazioni neanche l’ombra. Oppure si rinvengano vere e proprie truffe e illegalità. Rifugi e canili gestiti da privati si rivelano locali fatiscenti dove i cani entrano o escono a loro piacimento mentre coloro che le gestiscono intascano comunque i finanziamenti per curarli e gestirli (cosa che non fanno) oppure se li spartiscono con amministrazioni comunali compiacenti.
E così dietro ad un cane trasformatosi in belva assassina il più delle volte si nasconde un comportamento criminale/colpevole di un essere umano.