Era il luglio del 1999 quando Francesco di Stefano vinse la gara per la concessione di una rete nazionale. Dopo una lunghissima battaglia combattuta a colpi di ricorsi, arrivati fino alla Corte di Giustizia Europea che aveva confermato i pronunciamenti del TAR, l’editore Francesco Di Stefano ha finalmente ottenuto ciò che sulla carta possedeva già: la possibilità di trasmettere su una frequenza che copra l’intero territorio italiano.
Ecco qui riassunti le principali tappe intoppi che hanno caratterizzato questa vicenda:
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Gara del 1999
Europa 7 vince la gara per la concessione delle frequenze nazionali ottenendo il settimo posto in totale, davanti a Rete 4 che, in seguito a ciò, dovrebbe essere spedita sul satellite.
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Governo D’Alema
Il Governo D’Alema non le assegna le frequenze per iniziare a trasmettere a causa della mancata applicazione del piano nazionale di assegnazione delle frequenze, alla stessa data Rete 4 non ottiene la concessione.
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Governo Amato
Dall’aprile 2000 al giugno 2001 il Governo Amato si disinteressa completamente della vicenda di Europa 7, permettendo in questo modo a Rete 4 di continuare a trasmettere senza concessione.
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Novembre 2002
La Corte Costituzionale impone il rispetto del termine del dicembre 2003 spedendo Rete4 sul satellite a partire dal gennaio 2004.
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Legge Gasparri 2003
L’articolo 25 ingloba il testo del dl “salvareti” e di fatto allunga la vita a Retequattro, affidando l’apertura del mercato tv e l’aumento del pluralismo al passaggio al digitale terrestre (fissato al 31 dicembre 2006, termine poi slittato prima a fine 2008 e poi a fine 2012).
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Ricorso al Tar
Europa 7 ricorre al TAR del Lazio, chiedendo di ottenere l’assegnazione delle frequenze e richiedendo un risarcimento per il danno subito dall’impossibilità di trasmettere. Il ricorso fu respinto dal 16 settembre 2004, con la motivazione che pur avendo vinto la gara Europa 7 non avrebbe un diritto soggettivo all’assegnazione delle frequenze per trasmettere.
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Luglio 2006
La Commissione europea apre una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia perché favorisce gli attuali operatori analogici, Rai e Mediaset, nel passaggio al digitale.
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Gennaio 2008
Arriva la sentenza della Corte di Giustizia europea sul caso Europa 7 che, interpellata dallo stesso Consiglio di Stato, impegnato a decidere sul caso, afferma che il sistema televisivo in Italia non e’ conforme alla normativa europea che impone criteri obiettivi, trasparenti e non discriminatori nell’assegnazione delle frequenze.
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15 Ottobre 2008
Il ministero dello sviluppo economico Claudio Scajola individua alcune frequenze assegnabili alla tv di Francesco di Stefano. Viene assegnata ad Europa 7 la frequenza UHF 8. Tecnicamente si tratta della banda di trasmissione utilizzata da Raiuno che, a seguito di una nuova canalizzazione che rispettasse gli standard europei stabiliti dalla Conferenza Internazionale di Ginevra del 2006, ha finalmente lo “spazio” per un’ottava frequenza nazionale. Di conseguenza Rete 4 può continuare a trasmettere “illegittimamente”.
Dopo 10 anni di battaglie il prossimo luglio Europa 7 potrà finalmente andare in onda, ovviamente con mille difficoltà.
Come sostiene Di Stefano viene data una bicicletta a chi aveva vinto una Ferrari. “Nel 1999 abbiamo vinto una Ferrari aggiudicandoci una frequenza che copriva l’80% del territorio e abbracciava il 95% della popolazione. Ora, a distanza di quasi dieci anni, ci danno una bicicletta che copre a malapena il 10% del territorio e il 18% della popolazione”.
Senza dimenticare che di lì a pochi mesi Europa 7 dovrà traslocare, insieme a tutti gli altri canali, sul Digitale Terrestre a seguito del definitivo switch-off. In sostanza potrà godere del suo diritto sulla frequenza nazionale in analogico per 3 anni soltanto contro i 13 che le sarebbero spettati.
Ovviamente come al solito toccherà pagare a tutti noi i misfatti dei nostri politici. Toccherà pagare allo Stato ( tradotto a tutti i contribuenti ) la sanzione da 300mila euro al giorno affibbiata all’Italia dalla Corte di Giustizia Europea per ogni giorno di “ritardo” alla concessione della frequenza ad Europa 7 a scapito di Rete 4. La multa viene applicata retroattivamente a partire dal luglio 2006.
Ci sono voluti 10 anni affinchè Europa 7 potesse godere di ciò che gli spetta di diritto; speriamo che l’attesa sia ripagata da un nuovo canale libero che offrà servizi di qualità e che non sia un burattino della politica.