X-Men le origini: Wolverine
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X-Men le origini: Wolverine

Fratelli, per sempre

1845 - Canada

James Howlett sembra un ragazzino come tanti altri, figlio di ricchi possidenti terrieri, gracile e malaticcio fin dalla nascita si trova febbricitante nella propria cameretta, ad assisterlo il figlio del custode, Victor Creed (Sabretooth).

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La tragedia si svolge in pochi attimi: il padre di James, sentite delle urla provenire dall’atrio, scende a parlare col custode - il rissoso Thomas Logan - per rabbonirlo, ma durante la colluttazione che ne consegue, il padre di James viene ucciso da un colpo d’arma da fuoco.

James si alza da letto e si precipita al piano di sotto, dove trova il padre morente. La rabbia ribolle furente nel ragazzo che, esterrefatto, estrae dalle mani due paia di appunti artigli che usa per ferire mortalmente l’assassino del padre.

Poco prima di morire, il custode ha il tempo di confessare il segreto che ha scatenato la tragedia: “Non era lui tuo padre… figlio”.

Spaventato e sbigottito il povero James lascia la casa in piena notte, Victor lo insegue, lo scaraventa a terra e lo fa ragionare: ora sono fratelli ed i fratelli si proteggono sempre, così ha inizio la leggenda di

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Con un cortometraggio che riassume i primi volumi del “Wolverine: The Origins” a fumetti, “X-Men le Origini: Wolverine” si propone di raccontare la storia della nascita di Wolverine, di come da soldato impiegato dalle guerre di Secessione fino al Vietnam, James, assieme al fratello Victor, sia entrato a far parte del progetto governativo del Team X capeggiato dal maggiore William Stryker - lo stesso Stryker che vedremo, o meglio abbiamo visto, invecchiato nella trilogia degli X-Uomini.

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Durante gli anni di servizio, il futuro Wolverine fa la conoscenza di altri “superumani” come il letale Agente Zero, il mercenario Wade Wilson (DeadPool), il teleporta John Wraith (Spectre), l’invincibile Fred Dukes (Blob) e l’elettrocinetica Chris Bradley (Bolt), ma dopo una sanguinosissima missione in Africa per ritrovare un non meglio specificato minerale siderale, James decide di lasciare il gruppo, inorridito dalle atrocità compiute dal sempre più sadico fratello Victor.

Negli anni successivi James ritorna in Canada, trova un lavoro da taglialegna e vive una vita semplice con la sua compagna: la bella Kayla Silverfox. La vita sembra scorrere tranquilla, ma il passato di James farà presto capolino: Stryker tornerà a bussare brutalmente alla porta dello sfortunato taglialegna, che si vedrà portare via da Victor, in cerca dell’attenzione del fratellino, tutto quello per cui ha lavorato duramente.

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Pazzo dalla rabbia ed avido di vendetta, al disperato James non resterà che accettare la mefistofelica proposta di Stryker: ricoprire il proprio scheletro di adamantio, l’indistruttibile minerale che il Team X cercava durante la missione in Africa. L’esperimento si rivela un successo, ma James o come si ribattezza lui stesso, Wolverine, scopre la verità: Stryker non ha mai avuto intenzione di aiutarlo, lo ha solo usato per ottenere il suo DNA, per realizzare l’arma definitiva: l’Arma XI.

Sono il migliore in quello che faccio. Ma quello che faccio non è piacevole.

Di strada ne ha fatta parecchia il ferale Wolverine interpretato da quel gran figaccione di Hugh Jackman: apparso per la prima volta nel film “X-Men” di quasi 10 anni fa, è stato uno dei co-protagonisti più importanti dell’intera trilogia, talmente amato dal pubblico da meritarsi uno spin-off tutto suo in cui viene raccontata la sua storia.

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Che dire, senz’altro da X-fan quale sono ho apprezzato la produzione e l’uscita di un film totalmente dedicato a Wolverine - tutt’ora leggo l’omonima serie a fumetti italiana - ma devo dire che il film targato Gavin Hood manca un po’ di quella “sanguinolenza” (passatemi il termine) a cui il fumetto aveva abituato.

Come ricorda sempre Victor, lui e Wolverine sono fondamentalmente due animali ed è proprio questa ferinità a contraddistinguerli nel mondo d’inchiostro.

Il Wolverine di Jackman perde molta di quella carica aggressiva tipica delle bande disegnate e della trilogia cinematografica degli X-Uomini. L’attaccabrighe che non perdeva momento per dar adito ad una rissa, ha lasciato il posto ad un uomo molto più maturo - anche se più giovane - che estrae gli artigli con malevolenza e preferisce il dialogo alla ragione delle armi.

Certo, si può dire che un Wolverine più feroce - con conseguenti smembramenti e zampilli rossastri- mal si adatta ad un blockbuster “da 8 anni in su”, ma personalmente ho trovato un po’ snaturato questo Wolverine dagli artigli smussati.

Il film in generale è di buona fattura, ben calibrato nelle sue parti, con una bella fotografia ed un buon montaggio - menzione d’onore per i titoli di testa. Buono anche il cast con un ottimo Liev Schreiber nella parte del bestiale Victor Creed ed un inaspettato - ma neanche troppo - Ryan Reynolds nel ruolo di Wade Wilson/Deadpool.

Unica nota stonata: il livello un po’ altalenante degli effetti speciali, che ogni tanto non convincono proprio.

Riassumendo “X-Men le origini: Wolverine” rimane un buon film, ottimo per addentrarsi nel sempre più vasto universo Marvel, conoscendo la storia di un personaggio particolare come Logan a cui - secondo rumors confermati - seguirà un secondo episodio ambientato in Giappone - SNIKT!