E’ di 7 morti il bilancio degli scontri avvenuti ieri in Iran tra manifestanti e forze dell’ordine in seguito ai risultati elettorali presidenziali che hanno visto la riconferma di Mahmoud Ahmadinejad (con il 62,6% dei consensi). A manifestare il loro dissenso i sostenitori del grande sconfitto di queste elezioni, ossia l’ex presidente moderato Hossein Mousavi, che ha denunciato inoltre brogli ed irregolarità nel voto e si è appellato al supremo leader iraniano Alì Khamenei.
A Teheran si è scatenata così la rabbia e la rivolta dei manifestanti, con cassonetti e auto bruciate e scene di guerriglia urbana nonostante l’appello dello stesso Mousavi alla calma. E nonostante i tentativi di censura del regime islamico sulla stampa e sulla televisione le immagini degli scontri sono rimbalzate in tutto il mondo, anche grazie al web e ai filmati messi a disposizione della rete dai cittadini iraniani.
Mentre le tv e le troup straniere vengono confinate nei loro alberghi, polizia e milizie governative sono state accusate di aver compiuto violenze e brutalità sui manifestanti come il loro pestaggio o l’arresto e il prelevamento di feriti dagli ospedali.
Nella preoccupazione della comunità internazionale, e con Ahmadinejad in Russia, per il momento comunque non sembra che all’orizzonte vengano indette nuove elezioni. Il Consiglio dei Guardiani (che ha il compito tra l’altro di approvare le candidature alla presidenza della Repubblica e certificare la loro competenza) infatti si è detto disponibile solamente a un parziale ri conteggio dei voti delle elezioni presidenziali.