Se parli di crisi, stime o previsioni volte al negativo dovresti rimanere in silenzio. Parola del Silvio nazionale che accusa media e istituzioni economiche di diffondere panico e paura durante la conferenza stampa per esporre le misure del nuovo decreto anticrisi. Secondo sempre il premier pensiero l’ottimismo è fondamentale e le organizzazioni internazionali devono contribuire a rilanciare la fiducia dei consumatori e cittadini. Evitando magari un giorno si e uno no di diffondere dati non troppo “felici”.
Non mancano poi le critiche anche agli organi di stampa, rei di riprendere e diffondere questi allarmismi. Le soluzioni comunque sono già pronte : chiudere la bocca (e come? occorre chiedersi) ai signori catastrofisti che risiedono in queste istituzioni economiche e non investire più in pubblicità nei media che sono “fattori di crisi”.
Le nuove esternazioni del Presidente del Consiglio sembrano essere derivate dalle ultime previsioni della Banca D’Italia che per bocca del suo governatore Draghi ha parlato di un calo possibile del PIL italiano del 5% nel 2009.
In attesa di una nuova legge che risolva il problema della cattiva informazione non allineata al potere (ma forse c’è già, vedi la legge sulle intercettazioni) occorrerebbe comunque ribadire almeno 2 concetti, anche al premier :
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in Italia vi è la liberà di espressione e di stampa;
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é impossibile distinguere tra buona e cattiva informazione, quest’ultima è tale e basta. Se si dovessero diffondere solo buone notizie non si dovrebbe più parlare di guerre, malattie ecc e tutti gli organi di informazioni, cartacei o e meno, ne uscirebbero ridimensionati.
Che colpa ne ha Draghi se la Banca D’Italia diffonde certi dati? Dovrebbe rimanere in silenzio oppure citarli in mono inesatto o falso? E se in realtà la Banca D’Italia non facesse altro che il suo lavoro, cioè indicare previsioni o tendenze e fornire dati economici, così come tutte le organizzazioni economiche italiane e non?
L’ottimismo sarà anche il sale della vita ma non puo essere utilizzato come pretesto per nascondere o voltare le spalle ai problemi e alle difficoltà. E gli organi di informazione, quali essi siano, hanno il diritto e il dovere di informare (e i cittadini di essere informati) cattiva o buona notizia che sia, gradita o non gradita al Presidente del Consiglio.