Cessione del Quinto, da ultima spiaggia a meta obbligata
thesave thesave

Cessione del Quinto, da ultima spiaggia a meta obbligata

Debiti, potere d’acquisto sempre minore e cassintegrazioni a tappeto: senz’ombra di dubbio oltre al tempo tutt’altro che stabile, l’estate 2009 sarà ricordata come una delle più nere – economicamente – per i lavoratori italiani.

E’ innegabile che una grossa fetta di responsabilità sia legata alla condotta creditizia delle banche, che sempre più malvolentieri prestano denaro a privati ed aziende. Proprio a causa della succitata stretta creditizia bancaria, gli analisti di settore hanno registrato un impressionante picco di richieste di prestiti personali tramite la così detta Cessione del Quinto. Consumi e Cessioni

Iniziamo con ordine: cos’è il credito a consumo e cosa significa la “Cessione del Quinto”?

Un credito a consumo non è altro che un finanziamento destinato a persone fisiche (niente aziende e società quindi) che, come dice la parola stessa, viene richiesto per sostentare un consumo - o spesa finalizzata. Pagando le rate del finanziamento, è possibile rateizzare l’onere acquisito, affrontato per fronteggiare le spese d’acquisto di un bene (macchina, moto, ecc..).

In questo caso la persona contratta direttamente il finanziamento, in funzione della propria solvibilità e dello scopo per cui lo stipula – se dico Basilea II spero vi s’illumini una lampadina.

Al contrario, la “Cessione del Quinto” è la richiesta da parte di una persona fisica – il lavoratore – di un finanziamento non finalizzato (spese varie come affitto, vacanze, ecc…) in cui l’unico dato che “sta a cuore” alla banca è sapere che il contraente ha un lavoro: tramite la Cessione del Quinto è infatti l’azienda datrice di lavoro che paga le rate del mutuo all’ente creditizio, deducendo tale somma da un quinto dello stipendio del dipendente.

Come avrete già capito, questo tipo di finanziamento piace molto alle banche – unici istituti che possono erogare tale sovvenzione,sicure di rientrare del prestito, sono ben felici di concedere il mutuo ad un lavoratore che, al contrario, si vede decurtato lo stipendio (di norma già risicato) e si sobbarca un prestito ad un tasso d’interesse superiore in media di 1/2 punti percentuali rispetto ai normali prestiti personali.

E la banca conCede

Come scrivevo nel cappello introduttivo, le rilevazioni degli analisti di settore hanno confermato – purtroppo – una crescita allarmante delle erogazioni di prestiti tramite la Cessione del Quinto, mentre al contrario la stipula di crediti a consumo ha subito un tracollo verticale.

Perché? Sempre la stra-citata crisi economico/finanziaria: se prima ci s’indebitava per comprarsi la macchina, adesso si è costretti ad affrontare un finanziamento perché si fa fatica ad arrivare a fine mese con la propria paga.

Ovviamente le banche non danno una mano, aumentando i requisiti di solvibilità – io sarò malizioso, ma mi viene da pensare che ci marcino un po’ sopra, non trovate?!

Per questo ed altri motivi, la richiesta di finanziamenti tramite la Cessione del Quinto è passata da “ultima spiaggia” a “routine giornaliera”: come non dare ragione ad associazioni, sindacati e partiti dei lavoratori che ogni giorno si lamentano per mettere un freno “governativo” a questa giungla speculativa!