Oggi 15 luglio 2009, luogo Italia, nell’ancora possibilità di poter scrivere liberamente su internet (per quanto, si vedrà, forse fino a settembre quando verrà discusso il ddl sulle intercettazioni) e prima che il nostro paese diventi una repubblica delle banane (se non lo è già diventata tra veline e prostitute) e rispedendo al mittente il tentativo furbesco di chiudere blog e siti web basandosi sull’intimidazione e sulla minaccia di irrogare pesanti sanzioni pecuniarie (stile Il padrino), sul blog si parla di Beppe Grillo e del Pd.
Nei giorni scorsi il comico ligure ha lanciato la sua nuova provocazione: candidarsi alle primarie del Partito Democratico. Il tentativo comunque sembra non essere andato in porto: la commissione di garanzia del Pd infatti ha deciso successivamente di non poter rilasciare la tessera del partito al comico in quanto lo stesso “si riconosce e aspira ad un movimento politico ostile al Pd”.
Altri ostacoli al rilascio della tessera e alla sua candidatura sembrano derivare dal fatto che il comico appare già leader di altri partiti politici (tradotto liste civiche) mentre lo statuto del Partito Democratico richiederebbe la non iscrizione in altri movimenti politici. E poi Grillo, anche se iscritto, non potrebbe comunque candidarsi alle primarie per aver presentato la richiesta dopo il 26 giugno, giorno in cui è stato convocato il congresso.
Il provocatorio Grillo sembra insomma averne combinato una delle sue ma se l’idea di iscriversi appare bislacca non lo solo i principi sul quale la stessa forse si regge.
Il Pd in questi ultimi mesi non è apparso in grado di darsi una linea unitaria, sempre in balia delle correnti interne e delle lotte intestine al partito. Grillo con la sua proposta ha forse voluto dare una scossa, un sussulto ad un Pd in questo momento senza, all’apparenza, grande idee per la testa.
E ha voluto, probabilmente, proporre un rinnovavamento che sia a destra sia sinistra deve partire da giovani e facce nuove o cmq diverse, per evitare che le poltone ed i centri di potere siano occupati sempre dalle stesse persone.