Videocracy, il film sulla tv italiana e su Berlusconi che non piace alla Rai.
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Videocracy, il film sulla tv italiana e su Berlusconi che non piace alla Rai.

Videocracy, un film-documentario di Erik Gandini in uscita nella sale il 4 settembre, è già una pellicola “scomoda”. Perchè? Perchè parla del sistema televisivo italiano e di colui che ne a capo, ossia il premier Silvio Berlusconi. Dell’importanza dell’apparire in tv, strada sicura per il successo e la popolarità, anche al prezzo di mostrare il proprio corpo. Una scatola magica in grado di raggiungere e manipolare qualsiasi famiglia italiana. Che paga il successo con il raggiungimento del potere anche se dietro a tanta visibilità non si cela in realtà alcuna competenza. Comportamenti eretti a prassi o consuetudine per l’intera società italiana grazie alla tv . Basterebbe questo per trasmettere Videocracy in ogni angolo d’Italia.

La Rai invece, pagata con i soldi di tutti gli italiani, rossi o neri che siano, non intende però trasmettere il trailer della pellicola, in barba alla libertà del cittadino di farsi una propria idea sull’argomento e di decidere se andare poi il 4 settembre al cinema o meno. Una censura che sa di ordine dall’alto e che pone un altro chiodo sulla bara della libertà e dell’indipendenza della televisione italiana, una bara che forse in realtà è già stata calata da molto tempo. La Repubblica italiana appare così in balia del proprio capo, che ne condiziona i gusti, i comportamenti e cosa si può vedere e cosa no sulle televisioni di Stato. In attesa inoltre della scure che si abbatterà su RaiTre e sui suoi programmi più scomodi, pericolosi e non in linea con il potere ufficiale il prossimo autunno.

Il rifiuto è basato che sul fatto che il trailer è un realtà un messaggio politico, di critica ad una parte politica e al governo e che necessiterebbe, anche se non in periodo di campagna elettorale, di adeguato contraddittorio, stile trailer alternativo sulle bellezze del sistema tv italiano.

Come se in America i film sulla prigione di Guantanamo o sull’operato di G. Bush fossero stati a suo tempo vietati oppure accompagnati per loro visione da documentari sulle carceri modello statunitensi. Nella più grande democrazia del mondo almeno è possibile esprimere la propria opinione o punto di vista mentre in Italia come nella peggiore finta democrazia del globo questo non appare non più possibile.

Siamo però nel web e dato che esso mantiene ancora la sua indipendenza ecco il trailer di Videocracy, grazie al quale ognuno potrà liberamente farsi un’opinione sul film di prossima uscita.