Qui Strasburgo, nessun crocifisso nelle scuole pubbliche italiane.
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Qui Strasburgo, nessun crocifisso nelle scuole pubbliche italiane.

La Corte Europea dei diritti dell’Uomo con sede a Strasburgo, sulla base di un ricorso presentato da una cittadina italiana, ha emesso una sentenza destinata a far discutere, non poco, l’opinione pubblica italiana : la presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche viola il diritto dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e la libertà di religione degli alunni stessi.

Il crocefisso stesso inoltre può essere interpretato degli studenti come un simbolo religioso e quindi potrebbe condizionarli. Condizionamento gradito a bambini cattolici ma non quelli di altre religioni o atei.

Il governo italiano da parte sua ha presentato ricorso alla Corte di Strasburgo mentre si è scatenato il dibattito sul significato della presenza del crocefisso nell’aula scolastica, arrivando a definirla come un’antica tradizione inoffensiva o come un simbolo della tradizione italiana. Ma dato che le tradizioni o i simboli italici sono innumerevoli e questi devono stare nelle scuole, allora perchè non mettere accanto alla lavagna una foto del Palio di Siena (antica tradizione inoffensiva, almeno per l’uomo) o un pò di pasta (simbolo della tradizione contadina e gastronomica nazionale)?

Coloro che si ritengono credenti dovrebbero forse riflettere sulla banalizzazione di questo importante simbolo, assunto ora a mera “tradizione italica” ora a mera consuetudine. Una consuetudine che in realtà non nasce nella preistoria e neanche nel 1861 (anno in cui nasce il regno d’Italia) ma soltanto nel 1923 (dove, a questo punto, questa tradizione?) grazie ad alcuni provvedimenti amministrativi contenuti all’interno della legge delega 1601/1922. Se prima di allora non era avvertita la necessità di includere i crocefissi nelle aule scolastiche (e anche a quel tempo gli italiani erano cattolici) perchè ora si pone il bisogno assoluto di mantenerli?

Ma perchè inoltre in uno Stato che si definisce laico e non confessionale (ossia dove non c’è una religione di Stato) simboli religiosi (e non certo “tradizioni” come qualcuno vorrebbe far credere) devono essere presenti in luoghi pubblici? Le scuole sono forse luoghi di culto?

Occorrerebbe poi chiedersi perchè il simbolo di una sola religione abbia diritto di presenziare nelle aule e non nessuna (o tutte se proprio volete) come dovrebbe essere in uno stato democratico e laico. Forse la maggioranza della popolazione sarà anche cattolica ma questo non giustifica affatto un condizionamento dell’altrui libertà religiosa, assicurata a TUTTI dall’art. 19 della nostra Carta Costituzionale.

La sentenza della Corte Europea potrà sembrare a molti una decisione sbagliata, ma ad altri, invece, un segno di civiltà e diritto.