Trama
E’ il 1967 e Larry Gopnik, un professore di fisica in una quieta università del midwest è appena stato informato dalla stessa che la moglie Judith lo sta lasciando. Si è innamorata di uno dei suoi pomposi colleghi, Sy Ableman, che le sembra un uomo più solido rispetto all’inetto Larry. Il fratello disoccupato di Larry, Arthur, dorme sul divano, suo figlio Danny è uno scansafatiche alla scuola ebrea che non disdegna una “cannetta” e sua figlia Sarah ruba dei soldi dal suo portafoglio per poter mettere da parte la cifra per una plastica al naso.
Recensione
Il protagonista dell’ultima strepitosa commedia dei fratelli Coen è un “serious man”, un uomo perbene, un uomo comune, retto e pacifico, al quale, capitano disgrazie a catena, ma che non riesce a rintracciare in esse un disegno divino.
Ancora una volta i fratelli Coen sfornano un capolavoro. Molto più immediato e semplice rispetto al precedente “Non è un paese per vecchi”. Il pregio dei fratelli Coen è quello di non ripetersi mai e di sorprendere con opere sempre nuove; seppure il richiamo alla commedia e famiglia di Woody Allen è evidente a differenza di quest’ultimo, che sembra aver esaurito la sua vena creativa finendo spesso col rifare se stesso, i Coen hanno sempre in serbo l’arma dell’originalità e del non previsto.
Un film sulla ricerca dei perché e sulle mancate risposte alle tragedie della vita, a cui nessuno neanche la religione sa dare delle risposte; raccontando tutto ciò facendo ridere dall’inizio alla fine.
Il finale arriva brusco e improvviso. Ed è allora che smetti di ridere e cominci a pensare.
A serious man si impegna a raccontarci l’impossibilità di una famiglia (e di una vita) perfetta e l’irraggiungibilità di una felicità inattaccabile; basta la telefonata di un medico o l’occhio di un ciclone per sconvolgere la vita di un uomo qualunque.