Anche se la stagione influenzale non è completamente passata, siamo già in grado di fare un primo bilancio.
I paesi europei hanno accumulato scorte di vaccini per l’influenza A che non sono state ancora consumate. Così tra acquisti e somministrazioni dei vaccini si è creata una enorma distanza.
In Italia l’obiettivo da raggiungere era quello di vaccinare 24 milioni di persone mentre, fino ad oggi, sono state utilizzate 35.300 dosi.
Tra medici e infermieri solo il 15 per cento ha detto sì al vaccino e non arrivano al 12 per cento gli immunizzati dai 6 mesi ai 65 anni tra coloro che hanno precarie condizioni di salute. Mentre alle donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza sono state somministrate 21.376 dosi, pari all’11 per cento del totale.
La spesa si aggirerebbe intorno ai 200 milioni di euro per oltre 40 milioni di dosi di vaccino. Senza contare che l’Italia, se si fanno confronti con il resto d’Europa, sembra essere stato il paese più oculato negli acquisti.
Margaret Chan, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità propone di donare i vaccini non utilizzati ai paesi in via di sviluppo, ma avverte che «anche se il pericolo sembra scampato non bisogna abbassare la guardia perché il virus può ancora mutare». E l’allerta resta per i prossimi sei-dodici mesi.
Si dice che il vaccino contro la “Suina” sia stato un test per vedere come avremmo reagito, in modo che chi decide tutto possa perfezionare meglio le azioni future che serviranno a convincerci che sarà “obbligatoriamente necessario accettare” le future vaccinazioni.
Come l’Industria Farmaceutica prepara per tempo le sue politiche di marketing e studia a lungo le strategie di “disease mongering” (cioè di “invenzione delle malattie”) tessendo accordi e amicizie con i centri di potere e di informazione, allo stesso modo anche noi dobbiamo imparare ad informarci e a restare uniti e ben collegati in modo da non trovarci impreparati davanti ad eventuali piccoli o grandi inganni che a quanto pare in questo ultimo tempo non mancano nel mondo sanitario.