Un sisma di magnitudo 7 ha colpito Haiti martedì 12 gennaio alle ore 16.53 (quasi le 23 in Italia). L’epicentro del terremoto è stato rilevato a 15 km da Port-au-Prince, la capitale del piccolo stato caraibico. Si stimano dalle 45.000 alle 500.000 vittime ma il bilancio potrebbe essere molto più grave di ogni previsione : interi quartieri non esistono più. Sono almeno 300.000 invece i senzatetto.
Successivamente al sisma è stato diramato anche un allarme tsunami ma poi lo stesso è rientrato. La catastrofe avrebbe toccato dai 3 a i 3,5 milioni di haitiani, più di un terzo dell’intera popolazione dello stato caribico, e non solo. La tragedia ha colpito l’intera comunità internazionale : molte altre nazioni infatti lamentano morti e dispersi. Circa 40 italiani risultano ancora dispersi mentre altri 150 sono già stati rintracciati o rimpatriati. Ma per un nostro connazionale secondo le ultime indiscrezioni non ci sarebbe più nulla da fare.
La situazione sull’isola è tragica e drammatica mentre cominciano ad arrivare i primi aiuti internazionali. Ad Haiti è rimasto in piedi un solo ospedale mentre mancano generi di prima necessità come cibo, acqua e medicinali. Mentre si lotta contro il tempo per estrarre a mani nude le persone dalle macerie cumuli di cadaveri rimangono insepolti per le strade e le vie della capitale, coperti solo da un misero lenzuolo.
Il clima, l’acqua contaminata dai liquami fognari e i cadaveri insepolti alimentano un ulteriore pericolo : quello di devastanti epidemie. Colera, tipo e peste potrebbero colpire la già stremata popolazione haitiana. Sarebbe utile in questo caso fornire acqua potabile da poter bere senza pericolo.
Chiese, scuole, palazzi presidenziali, nulla sembra essere stato risparmiato dal terremoto. Colpita anche la sede dell’Onu e l’hotel Montana, un albergo molto frequentato dai turisti occidentali. In città regna il caos, segnalati saccheggi e furti, mentre un inquietante vuoto di potere lascia a se stessa la popolazione haitiana. Carceri, sedi di polizia e dell’esercito sono distrutte mentre lo stesso governo non sembra pienamente capace di fronteggiare la situazione.
Per alcuni giorni l’isola è rimasta quasi completamente isolata rendendo difficoltosi gli aiuti che ora finalmente sono incominciati ad arrivare sull’isola a pieno regime. L’Italia potrebbe inviare una nave militare e un reparto del genio militare, Cuba aprirà agli Stati Uniti il proprio spazio aereo mentre gli Usa invieranno almeno un’intera brigata di 3.500 uomini anche per presidiare le strade e garantire la sicurezza. Anche tutte le maggiori ONG internazionali, dalla Croce Rossa a Medici Senza Frontiere, dall’Unicef alla Caritas, inviano oramai generi di prima necessità e kit di primo soccorso.