La Cina scopre il Dalai Lama. Grazie a Google.
Il Gorgonauta Il Gorgonauta

La Cina scopre il Dalai Lama. Grazie a Google.

Dopo una serie di attacchi e tentativi di violazione di account Gmail di dissidenti e attivisti cinesi provenienti dalla Cina (che Mountain View sospetta provenire da hacker al servizio del regime cinese) Google potrebbe chiudere i battenti nel paese asiatico. E non solo.

Da oggi stop all’accordo con Pechino che permetteva di censurare e nascondere i risultati del motore di ricerca “sconvenienti” al regime cinese. Google.cn permette ora di visualizzare immagini e pagine web prima bloccate e nascoste, consentendo così al popolo cinese e ai suoi giovani di aggirare la censura e i filtri imposti dal Governo. Parole come piazza Tian’anmen o Dalai Lama potranno acquistare finalmente il loro pieno significato.

Basterà la minaccia di lasciare uno dei più ricchi mercati del mondo e la fine della censura per impedire in futuro ulteriori attacchi? E Mountain View fa sul serio è solo un grande bluff?

Lasciare il mercato cinese significa licenziare o trasferire oltre 700 dipendenti, lasciare campo libero ai propri concorrenti e rinunciare almeno ad un business di 300 milioni di dollari senza dimenticare che le autorità cinesi dal conto loro potrebbero oscurare e impedire l’accesso a Google.Cn (così come  in passato è avvenuto per altri siti scomodi) decretandone la scomparsa. Solo un prossimo incontro tra le 2 parti potrebbe permettere a Google di ripulire la versione cinese del suo motore di ricerca dai filtri rispettando comunque la legge locale.

Google in passato è stata accusata di “collaborazionismo” con il regime cinese pur di poter accedere al ricco mercato economico offerto dal paese asiatico. Accentando filtri in cambio della propria presenza. Da oggi questa politica potrebbe appartenere al passato : dalle parti di Mountain View forse pensano, seppur in ritardo e solo dopo aver subito pesanti attacchi, che i diritti umani non siano più negoziabili.