Cantami, O Diva, Del Pelìde Achille, L’Ira Funesta, in 3D possibilmente …
Scontro tra titani
Hollywood sta sistematicamente riscoprendo i miti greci – già oggetto di trasposizione venti/trenta anni fa – , ne sanno qualcosa i vari Pitt/Ettore che in questi anni hanno indossato i calzari degli eroi di turno.
_E poiché il marine Jake Sully offese gli dei dell'Olimpo, ribellandosi al dominio dell'umanità e salvando Pandora, venne punito e si ritrovò nella Grecia ellenistica nei panni di Perseo …_
Ok, non è certo questa la trama di Scontro tra Titani, ma chissà, magari un James Cameron tra qualche anno capiterà su questo articolo, leggerà il paragrafo sopra, farà un film di grandissimo successo e io diventerò ricchissimo coi diritti sulla sceneggiatura.
Ma torniamo al film.
Scontro tra Titani nasce come remake dell’omonimo film – di cui, stranamente, ricordo di aver visto degli spezzoni in tenera età – del 1981, già rimescolamento dell’antico mito di Perseo.
Semidio figlio di Zeus, interpretato da uno smarrito Liam – Qui-Gon – Neeson, l’ignaro Perseo – Sam Worthington – cresce tra gli uomini come un mortale, senza sapere della propria divina discendenza fino all’massacro della sua famiglia per mano del perfido Ade.
Del resto anche gli dei dell’Olimpo non se la passano bene, in antichità serviti e riveriti, ora si vedono costretti ad affrontare la ribellione del genere umano, creato a suo tempo da Zeus per alimentare, tramite le preghiere, i poteri delle divinità.
L’insidioso Ade, relegato al regno degli inferi per fregatura divina – Zeus ce lo ha spedito tramite un machiavellico inganno all’alba dei tempi – ribolle d’odio nei confronti del fratellone e approfitta del momento per insidiare l’onnisciente– ma a questo punto mi sorge qualche dubbio – Re degli dei.
Convinto il fratello che la soluzione sia punire il genere umano per la propria insolenza, Ade si palesa in quel di Argo – da sempre centro nevralgico della ribellione ateista in Grecia – diffondendo presagi di sventura ai quattro venti, ma soprattutto annunciando l’aut-aut per eccellenza: “La bella o la bestia!”
Nella fattispecie la bella sarà Andromeda, giovane rampolla della casa regnante, il di cui sacrificio salverà la città di Argo dall’arrivo del Kraken, altra mitologica creatura – la bestia – partorita dall’insana mente di Ade.
In tutto questo turbinio di divini poteri il povero Perseo diventerà – suo malgrado – l’eroe che, pur stando dalla parte dei cavoli dell’umanità, arriverà a salvare anche le pecore degli dei.
Liberate il Kraken!
Storia interessante quella di Perseo non trovate? D’altronde i Greci le sapevano raccontare bene le storie, soprattutto considerando il fatto che oltre alla trama, non avevano certo la possibilità d’incantare lo spettatore (al tempo solo uditore) con effetti speciali o il dolby surround.
Purtroppo – o per fortuna – la trama sopra citata non viene messa in scena, ma solo riportata tramite voci fuori campo e brevi flashback, per lasciare il posto agli scontri – del resto il film si chiama “scontro” tra titani … – tra il protagonista, la propria compagine armata ed i mostriciattoli inviati dal perfido Ade a caccia del prode Perseo.
Che il regista (Louis Leterrier ) abbia voluto proporre una versione del mito di Perseo “trecentizzata” – passatemi il termine – con più mazzate e meno intrecci? Probabile.
Del resto è questo che fanno i blockbuster hollywoodiani: seguono la moda del momento e la sfruttano fino ad esaurimento scorte. Il film è comunque onesto e per quei 118 minuti riesce a non far sbadigliare il pubblico.
Grande assenteista – per chi ha scelto di guardarselo in 3D – la terza dimensione, che rimane sempre in sottofondo, tanto che alla fine del film sembra di non aver neanche indossato gli occhialini.