Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale hanno dato il via libera a un piano di aiuti alla Grecia del valore di 110 miliardi nell’arco dei prossimi 3 anni.
2/3 della cifra saranno coperti dai paesi dell’Euro (per un valore complessivo di 80 miliardi) mentre ciò che resta sarà coperto dal FMI. Che piaccia o meno ad esempio ogni tedesco dovrà versare 103 euro mentre un italiano 92 (l’Italia ha messo a disposizione 5,5 miliardi).
Il 7 maggio si terrà inoltre il summit dei capi dello Stato dell’Eurogruppo mentre la Banca Centrale Europea da parte sua ha esentato i bond greci dai requisiti di rating necessari per poterli utilizzare come garanzia nelle sue aste di rifinanziamento.
Anche la Grecia dovrà nei prossimi anni fare la sua parte per evitare la bancarotta : tagli della spesa pubblica da 30 miliardi di euro entro il 2012, congelamento delle pensione e degli stipendi dei dipendenti pubblici per i prossimi 3 anni, rientro del deficit pubblico al 3% entro il 2014 e riduzione delle tredicesime e quattordicesime sotto i 3.000 euro mensili (quelle al di sopra dei 3.000 euro saranno del tutto abolite).
Sotto il punto di vista delle pensioni sarà rivisto il sistema delle pensioni di invalidità mentre l’età pensionabile diventerà, dal 2011, uguale sia per gli uomini che per le donne. Anche sotto il profilo delle tasse vi saranno aumenti e sacrifici : l’iva salirà dal 21 al 23% mentre aumenteranno, fino al 10%, le imposte su carburanti, alcolici , sigarette, beni di lusso e lotterie.
Infine nel settore privato saranno ridotte le ore di lavoro straordinario e le indennità e i datori di lavoro potranno usufruire di un sistema più flessibile di licenziamento.
Molti si chiederanno perchè mai l ‘Italia, paese già alla prese con uno dei debiti pubblici più alti del mondo, debba aiutare la Grecia, che ha mentito dichiarando un deficit del 5% quando in realtà era del 13%. Senza poi che sulla questione siano stati interpellati i cittadini o vi sia stato un ampio dibattito pubblico sul tema.
Se probabilmente sulla questione era necessaria maggiore trasparenza lasciare affondare la Grecia era però impensabile per 2 ordini di ragioni.
Prima. La Grecia essendo nella zona euro se fallisce trascina con se anche il resto dell’Europa (che d’altronde si è affrettata ad aiutarla).
Seconda. La seconda ragione sta nei cosiddetti Credit default swap(Cds), un derivato, cioè un prodotto finanziario il cui valore deriva dal verificarsi di un determinato evento (in questo caso l’inadempienza di uno Stato a pagare il proprio debito, sulla quale quindi si specula e si scommette, sperando però nello stesso tempo che non si verifichi). Questi Cds sul debito Greco sono stati acquistati da banche ed enti locali di tutta Europa ed ora questi, se la Grecia fallisse, rischierebbero grosso.
E’ in gioco insomma non solo la bancarotta di uno Stato ma l’intera finanza europea, se non quella globale . E perciò appare ridicolo pensare di rimanere indifferenti e voltare le spalle alla crisi della Grecia, un crisi che solo in apparenza non tocca il nostro sistema economico.