Assassin's Creed 2
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Assassin's Creed 2

Che sia un caso? Pochi giorni fa ho recensito il secondo capitolo della saga di Iron Man, scoprendo che sul blog non era mai stata scritta alcuna recensione del primo, stessa cosa accade per un videogioco – Assassin’s Creed, come avrete già capito – strana coincidenza o sintomo dell’imminente fine prevista da Maya, Egizi e dal sempiterno Giacobbo?!

The Story so Far

Vediamo di riassumere in poche righe gli eventi accaduti all’inconsapevole  protagonista di questa storia, tale Desmond Miles, ragazzo sulla ventina, barista e prelevato coattamente dalla Abstergo – in latino significa “pulisco, depuro” – e costretto, suo malgrado, a rivivere i ricordi di Altair, un suo avo vissuto ai tempi delle crociate.

Con il dipanarsi della trama del primo capitolo scopriamo della guerra occulta tra Assassini e Templari per il dominio della Terra Santa che, a poco a poco, rivelerà di essere una battaglia ben più ampia, che contrapporrà le due fazioni rivali per il controllo di alcuni manufatti antichissimi, chiamati “Frutto dell’Eden” e capaci di controllare e sconvolgere le menti degli uomini.

Mica pizza e fichi.

In questo simpatico contesto fatto di guerre religiose, massacri, squartamenti e sotterfugi, Desmond viene proiettato, grazie ad un apparecchio avveniristico chiamato “Animus”, nella mente e nel corpo del proprio antenato, tramite i ricordi rimasti “imbrigliati” nel proprio DNA. Il compito del protagonista – e del giocatore – sarà quello di “sincronizzarsisui ricordi di Altair, fino ad ottenere le informazioni sul Frutto dell’Eden utili alla Abstergo per rinvenire l’antico manufatto.

Oltre alla trama ovviamente c’è il gioco, che mette al comando del giocatore il furtivo assassino Altair – membro dell’ordine degli Hashshashin, fedeli al credo che ha resero famoso il termine “assassino” e da il nome alla saga – impegnato nel dispensare morti più o meno silenziose per le città della Terra Santa (Gerusalemme, Acri, ecc). Ogni azione del protagonista sarà un gradino in più verso il fine ultimo di recuperare il succitato Frutto,sconfiggere la minaccia Templare e riportare la pace nella regione.

Tutto è ancora di più passando dall’omicidio pubblico all’agguato in incognito, esplorando liberamente le città medievali ricostruite con dovizia di particolari.

In aggiunta alla noiosa esplorazione “stradale”, quelli dell’Ubisoft hanno ben pensato di dotare il loro assassino di feline abilità arrampicatorie, tanto che l’ambiente preferito dei giocatori sarà proprio sopra i tetti di case e fortificazioni, scrutando dall’alto città e abitanti, pronti a compiere il prossimo delitto.

Il primo capitolo, pur gravato da un gameplay forse un po’ troppo ripetitivo, riscuote un successo planetario – grazie soprattutto ad una trama mai troppo lineare – tale da generare, oltre all’attesissimo seguito, un brand – quello di Assassin’s Creed – che ha portato a produrre anche libri e cortometraggi basati sulla trama del gioco. Non male per un “giochino”.

Ezio Auditore da Firenze

Ed eccoci al secondo capitolo della storia di Desmond e dei suoi antenati assassini. La trama riprende esattamente dove l’avevamo lasciata nel primo episodio: Desmond ha completato il compito richiestogli dalla Abstergo, che vuole eliminarlo, ma prima ciò accada viene portato via da Lucy– ispirata alla sbarazzina Kristen Bell, la quale presta oltre al viso, la voce –, l’assistente del dottor Vidic, che si rivela essere un’assassina infiltrata per liberare Desmond.

Dopo la fuga dall’organizzazione, Desmond viene messo al corrente della lotta – eterna – contro i templari e viene arruolato tra le fila degli assassini. Anche questa volta il malcapitato protagonista dovrà vestire i panni di un proprio avo, tale Ezio Auditore da Firenze, in modo da carpire, rivivendone le gesta, le abilità degli assassini che gli permetteranno di diventare – in poco tempo – un assassino provetto.

Desmond – e noi insieme a lui – si ritrova nuovamente catapultato nell’esistenza di un suo trisavolo, questa volta seguendo 23 anni della sua vita, ambientata nel Italia  rinascimentale, con il suo florilegio di cultura, arte e sotterfugi per la conquista del potere.

In questo contesto facciamo la conoscenza del giovane Ezio, scapestrato ragazzo appartenente ad una famiglia di banchieri fiorentini, impegnato nel vivere la propria gioventù tra amori, scazzottate e saltimbanchi. Ma come diceva Lorenzo de Medici: “del doman’ non v’è certezza” e infatti in men che non si dica il povero Ezio si ritrova la famiglia decimata da un complotto tramato ai danni del padre – Giovanni, già protagonista dei corti “Assassin’s Creed: Lineage”.

In cerca di riscatto e vendetta, Ezio scoprirà dell’appartenenza del padre alla setta degli Assassini e grazie agli insegnamenti di parenti ed alleati incontrati lungo il proprio viaggio, acquisirà abilità ancora migliori di quelle a cui Altair ci aveva abituato.

Non vi nascondo che vedere riprodotta l’Italia rinascimentale così minuziosamente  – seppur con le “licenze” del caso –, con dovizia di monumenti e luoghi famosi – c’è anche una mini-guida nel gioco – è uno spettacolo incredibile, così come lo è l’intreccio della vicenda di Ezio con alcuni suoi contemporanei illustri – e qui altro che licenze – realmente esistiti come Lorenzo de Medici, Leonardo da Vinci, Caterina Sforza,Macchiavelli o Rodrigo Borgia.

Il credo dell’assassino

Oltre alla tumultuosa Firenze – che sarà visitata e visitabile a più riprese –, Ezio viaggerà il nord Italia rinascimentale, passando per le torri di San Gimignano, alla villa di famiglia a Monteriggioni – dove potrà investire i propri denari in strutture e servizi da cui ricavare una rendita extra –, agli Appennini, fino alla corte di Caterina Sforza a Forlì e alla magica Venezia.

Durante tutto il suo viaggio potrà poi acquistare, presso i tantissimi mercanti, medicine, utili negli scontri più concitati, ma anche armature – che in seguito agli scontri si romperanno e dovranno essere riparate – armi, vestiti, ma anche quadri – i capolavori del tempo – e mappe dei tesori disseminati per tutte le città.

In aggiunta ad una storyline lunga ed appassionante, che districherà lentamente la fitta trama principale, sono previste missioni“una tantum” aggiuntive, come la consegna di messaggi a tempo, corse sui tetti, pestaggi ed assassinii su commissione.

Se questo non bastasse, alle missioni già citate si affiancano la ricerca delle pagine del codice degli assassini e la decodifica dei messaggi lasciati dal fantomatico “Soggetto 16”, che permetterà di rileggere la storia del mondo tramite gli occhi dei protagonisti – templari ed assassini – che sfruttando il Frutto dell’Eden hanno modificato il suo corso, fino a scoprire la sconcertante verità sulla nascita dell’uomo.

Il comparto tecnico – grafica e motore del gioco – è degno di cotanto zibaldone narrativo, le città, pur gremite di abitanti, non appesantiscono l’esperienza di gioco, che rimane comunque scalabile e fluida.

Lo sviluppo tanto orizzontale quanto verticale delle città – chiamarlo Level Design è riduttivo – è curato in ogni suo particolare, tanto che ben poche volte si avrà l’idea di “essere già passati di lì”, rendendo giustizia alla minuziosa architettura rinascimentale che tutto il mondo c’invidia.

I comandi – risentendo della provenienza consolara – sono semplici e benché Ezio esegua un buon numero di mosse – in combattimento e movimento –, tutto è realizzabile tramite i soliti 4 tasti o una combinazione di essi. Peccato per le scene d’intermezzo che, realizzate con lo stesso motore del gioco, risentano di un certa plasticità nei movimenti, nonostante le espressioni facciali – aiutate dall’ottimo lavoro dei doppiatori nostrani – svolgano il loro compito.

Unico neo: un mefistofelico sistema anti-copia inventato da Ubisoft che costringe il giocatore ad essere sempre connesso ai server della casa madre, se cade la connessione o il server s’impalla o vostra madre si mette a stendere il bucato sui cavi del telefono addio Ezio, Italia rinascimentale e compagnia bella.

Va bene contrastare la pirateria, ma non vi sembra di esagerare un pochino?