Quante volte ci è capitato di incontrare storie e leggende intorno ai luoghi a noi più familiari? Luoghi all’apparenza normali, quotidiani e conosciuti, che per il tempo di un respiro assumono una dimensione totalmente diversa, abbattendo i vincoli di tempo e spazio.
Da bambini tutto questo era più semplice, più facile, tutto era fiaba e racconto, bastava un indizio, una traccia e la nostra mente avrebbe preso il via spontaneamente, inventando e re-inventando storie e personaggi del tempo che fu.
La Tàn de Basàléc
La storia narrata nella pellicola “Accadde a Sassoleone” ci aiuta, pur mantenendo i piedi ben saldi a terra, a immergerci in una favola dimenticata, portandoci per mano attraverso luoghi e tempi che furono.
Prodotta dalla FuoriTempo Produzioni per la regia di Massimo Bacchi e Alessandro Lanzoni, la pellicola si basa principalmente su un idea nata dalla memoria storica di Domenico Lanzoni – che ha ideato il soggetto insieme a Bacchi – riguardo una presunta galleria – La Tàn – che collegava la chiesa di Sassoleone al Palazzo – uno degli edifici più antichi del paese.
In continuo equilibrio tra indagine scientifica e ricostruzione storico-romanzata, vengono portate avanti due trame parallele, che solo nel finale troveranno il loro punto d’incontro.
L’investigazione ha il via con una campagna di rilevamenti geologici volti all’individuazione di questa galleria o grotta, nella quale si vocifera sia finito addirittura un carrarmato durante la seconda guerra mondiale. Scelti 3 luoghi “papabili” per la Tàn, cominciano i rilevamenti, con lo scopo di evidenziare la presenza di discontinuità nella composizione del terreno sottostante.
Parallelamente a questa ricerca scientifica si dipana, svolgendo la trama del tempo, la storia di Sassoleone, centro abitato già annoverato tra i possedimenti di Matilde di Canossa e ceduto nel 1079 al papato. Da sempre luogo strategico di passaggio, viene conteso a più riprese tra Imola e Bologna, cambiando spesso nome e padrone.
Arrivano finalmente i risultati dei rilevamenti, che non evidenziano alcuna anomalia sui siti 2 e 3 , ma con sorpresa la prima zona risulta essere quella più promettente, la cui scansione geologica mostra una discontinuità simile ad una “stanza” di 10 metri per 5 di profondità.
Ancora una volta è necessario addentrarsi in questo intreccio tra storia, leggenda e scienza per scoprire il corso degli eventi che portarono alla nascita della galleria.
Tra passaggio e presente
Non proseguo oltre nel raccontare la trama del film, dato che merita di essere visto e “vissuto” così come l’hanno pensato gli autori.
Come sottolinea l’azzeccata tag-line del film – “tra passaggio e presente” –, la pellicola, a metà strada tra documentario e ricostruzione storica, conduce lo spettatore in un viaggio onirico attraverso luoghi e tempi, avvalendosi della memoria popolare di quei giovani – oggi anziani – che per ultimi sentirono parlare della Tàn de Basàléc.
Al di là della produzione, della bravura di registi, comparse ed attori, quest’opera, dai diversi livelli di lettura, rende omaggio soprattutto allo spirito di un popolo – quello sassoleonese – che ha sempre puntato i piedi, mai pronto ad assoggettarsi al potente di turno, conservando la propria identità territoriale, che ogni anno rivive nella Sagra della Cuccagna e nella Festa del Ritorno.
Il film, proiettato in prima assoluta il 15 Agosto 2010 a Sassoleone, durante la consueta Festa del Ritorno, ha riscosso un buon successo, come l’iniziativa di distribuire le prime 500 copie in omaggio ai presenti, previa registrazione alle iniziative della pro-loco di Sassoleone.
Stretta la foglia, lunga la via, dite la vostra che io dico la mia
Esisterà veramente questa fantomatica Tàn de Basàléc, capace di condurre i suoi abitanti da un capo all’altro del paese?
Penso che questa non sia la domanda giusta per capire questo film, perché in fondo bisogna chiedersi: cos’è più importante, ciò che esiste o ciò che si crede esistere?
Per Massimo e Alessandro – e per noi con loro – trovare la Tàn de Basàléc non è il vero fine, non è la meta, ciò che mette in risalto il film, ma lo spirito del tempo e delle persone, il “viaggio” che, trascendendo i secoli, ci riunisce tutti attorno al medesimo luogo, vero pellegrino del tempo.
Che esista veramente o no poco importa, finché un sol’uomo tramanderà la memoria, la Tàn de Basàléc, così come lo spirito di Sassoleone, non si spegneranno mai.
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