I Mercenari - The Expendables
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I Mercenari - The Expendables

C’erano una volta gli anni ‘80 e gli eroi tutti d’un pezzo, che da soli valevano un esercito, come Rambo, Terminator e John McClane – giusto per citarne tre. Poi cos’è successo? Il pubblico è cresciuto, i gusti sono cambiati o semplicemente la moda del momento ha lasciato spazio ad altri eroi.

I Mercenari

I’ll be back” – “ritornerò” diceva il Terminator di Cameron ed è proprio quello che promette l’ultima fatica del prolifico Stallone: una grande rimpatriata degli eroi – o almeno degli attori che li interpretano – tutti sullo stesso grande schermo, per un grande rispolvero del cinema action spensierato e truculento degli anni ‘80.

Gli Expendables – “sacrificabili” letteralmente –, sono l’eterogeneo gruppo di mercenari guidati da Barney RossSylvester Stallone –, al soldo del mandante di turno per regolare conti, liberare ostaggi e castigare qualche matto.

Di ritorno dall’ultima missione in Somalia, Barney si vede costretto ad allontanare dalla squadra GunnarDolph “ti-spiezzo-in-due” Lundgren – a causa del suo carattere instabile. La squadra rimpatria, ma gli abiti civili stanno stretti a tutti i membri. Ross comincia a sentire gli anni sulle spalle, chiedendosi se e per quanto ancora potrà continuare con quella vita. Il suo secondo, il letale ChristmasJason “Crank/The Transporter” Statham – scopre che la sua ragazza ha un altro.

Unico luogo d’aggregazione e quartier generale della congrega è il negozio di tatuaggi di ToolMickey Rourke –, ex-membro della squadra che fa da tramite tra gli Expendables e i clienti.

Alla squadra viene offerta da Mr. Church – Bruce Willis – una cifra spropositata per una missione altrettanto rischiosa: uccidere il generale Garza e spodestare la sua dittatura sull’isola Sudamericana di Vilena.

Da questo momento in poi l’azione la farà da padrone, anche se teste esplose, gambe mozzate e carne maciullata faranno da contorno alla “crescita” di Ross, che capirà l’importanza di salvare la propria anima, oltre alla pellaccia.

Back to the Future

Il film varrebbe il prezzo del biglietto solo per la sfilata di Star – si noti la S maiuscola – portate sullo schermo da Stallone. Oltre a Sly infatti appaiono i già citati Lundgren/Ivan Drako, Statham, icona dei film adrenalinic-action di inizio millennio e il melanconico Rourke.

In aggiunta a questi Randy Coutore, Terry Crews e Jet Li, a completare la squadra degli Expendables ai quali si aggiungono Steve Austin e Eric – Mr. Thompson – Roberts.

Infine i due camei – concessi gratuitamente all’amico Stallone – di mostri sacri del cinema come Willis e Schwarzenegger, che smessi i panni – reali – da Governatore della California interpreta Trench, il capo di una banda di mercenari rivale a quella di Ross.

Da Oscar? Beh, non esageriamo, benché la storia di per sé sia interessante, presenta qualche “bucherello” qua e là, ma d’altronde la trama, si sa, non è mai stato un problema dei film d’azione, dove qualche tonnellata di proiettili di grosso calibro può rattoppare qualsiasi falla narrativa, scortando lo spettatore verso lo scoppiettante finale con annessa morte del cattivo di turno.

Groviglio di citazioni cinematografiche e commistione tra i film spara-e-spacca anni ‘80 ed i più moderni action-movie tutti kung-fu e pallottole, “I mercenari” è Sylvester Stallone: forza bruta, battute sagaci, mosse di wrestling, satira delle istituzioni e amore per l’azione pura, senza accantonare la drammaticità di un eroe in cerca della propria anima.

Che faccia esplodere un elicottero sparando a una munizione antiaerea lanciata a mano o che sopravviva a un bagno oceanico imprevisto a 300Km/h gli si perdona tutti, perché Stallone è sempre Stallone.