Decreto 2008/63/CE, multe agli utenti fai-da-te?
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Decreto 2008/63/CE, multe agli utenti fai-da-te?

“__Much ado about nothing” o semplicemente “molto rumore per nulla”, ecco come potrebbe essere classificato il subbuglio generato dal decreto attuativo 2008/63/CE attualmente al vaglio del Ministero dello Sviluppo.

Al lupo, al lupo!

“ATTENTI RAGAZZI, COL DECRETO 2008/63/CE, SE VI SIETE INSTALLATI DA SOLI IL MODEM ADSL, VI BECCATE UNA MULTA DI 150.000€”

Fermi un passo, prima di correre ai ripari staccando cavi, router e chincaglierie varie, facciamo chiarezza sulla questione.

Innanzitutto mi scuso per il CAPS del sottotitolo, ma volevo parafrasare, nei toni e nelle parole, chi ha fomentato la disinformazione riguardo al decreto sopra citato: non date troppo adito a chi, urlando e semplificando le notizie, tende a creare falsi sensazionalismi, di solito lo fa per “fare notizia” più che “informazione”.

Ma torniamo al decreto: nelle ultime settimane c’è stato grande clamore intorno al decreto di attuazione della direttiva 2008/63/CE approvato lo scorso 22 Ottobre, accusandolo di obbligare gli utenti privati a richiedere l‘intervento di tecnici specializzati per l’installazione delle proprie connessioni ad internet, pena il pagamento di salatissime sanzioni.

Come sempre, prima di lanciarsi in filippiche contro governo, stato, europa, mondo e perché no, universo, sarebbe opportuno andare alla fonte dell’informazione e leggere gli articoli salienti del decreto in oggetto.

Attuazione della direttiva 2008/63/CE relativa alla concorrenza sui mercati delle apparecchiature terminali di telecomunicazioni

_ART. 1_ _(Definizioni)_ _1. Ai sensi del presente decreto si intendono per:_ _a) apparecchiature terminali:_ _1) le apparecchiature allacciate direttamente o indirettamente all'interfaccia di una rete pubblica di telecomunicazioni per trasmettere, trattare o ricevere informazioni; in entrambi i casi di allacciamento, diretto o indiretto, esso può essere realizzato via cavo, fibra ottica o via elettromagnetica; un allacciamento è indiretto se l'apparecchiatura è interposta fra il terminale e l'interfaccia della rete pubblica; _

Nel primo articolo si definisce cosa sono le “apparecchiature terminali” sulle quali il decreto avrà merito, da quanto scritto tali apparecchiature sono tutte quelle allacciate ad una rete pubblica, definizione oltremodo generalista, che effettivamente mette sullo stesso piano backbone nazionali, server di reti aziendali e modem/router casalinghi.

Continuando a scorrere il decreto, all’articolo 2 si enuncia:

_ART. 2_ _(Allacciamento dei terminali di telecomunicazione alle interfacce della rete pubblica)_ _1. Gli utenti delle reti di comunicazione elettronica sono tenuti ad affidare i lavori di installazione, di allacciamento, di collaudo e di manutenzione delle apparecchiature terminali di cui all'articolo 1, comma 1, lettera a), numero 1), che realizzano l'allacciamento dei terminali di telecomunicazione all'interfaccia della rete pubblica, ad imprese abilitate secondo le modalità e ai sensi del comma 2._ _2. Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, il Ministro dello sviluppo economico, adotta, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, un decreto volto a disciplinare:_ _a) la definizione dei requisiti di qualificazione tecnico-professionali che devono possedere le imprese per l'inserimento nell'elenco delle imprese abilitate all'esercizio delle attività di cui al comma 1;_ _b) le modalità procedurali per il rilascio dell'abilitazione per l'allacciamento dei terminali di telecomunicazione all'interfaccia della rete pubblica;_ _c) le modalità di accertamento e di valutazione dei requisiti di qualificazione tecnico-professionali di cui alla lettera a);_ _d) le modalità di costituzione, di pubblicazione e di aggiornamento dell'elenco delle imprese abilitate ai sensi della lettera a);_ _e) le caratteristiche e i contenuti dell'attestazione che l'impresa abilitata rilascia al committente al termine dei lavori;_ _f) i casi in cui, in ragione della semplicità costruttiva e funzionale delle apparecchiature terminali e dei relativi impianti di connessione, gli utenti possono provvedere autonomamente alle attività di cui al comma 1._

Effettivamente qualcosa di vero c’era negli allarmismi citati all’inizio: il decreto sancisce l’obbligo d’installazione delle “apparecchiature terminali” da parte di tecnici qualificati di imprese regolarmente abilitate, pena la sanzione amministrativa pecuniaria da 15.000 a 150.000 euro.

Si, avete letto bene, da 15 a 150 MILA EURO in caso di contravvenzione alla norma.

Prima gridare allora scandalo, è opportuno riflettere sul punto f) che recita “in ragione della semplicità costruttiva […] gli utenti possono provvedere autonomamente alle attività di cui al comma 1”.

Parafrasando: se l’utente è un privato e ha un “semplice” modem/router da installare, che lo faccia da solo! Dura lex, sed lex

Allarmismi ingiustificati (o no?) a parte, è importante sapere quali norme regolino la fruizione dei servizi che utilizziamo, d’altra parte è controproducente gridare “al lupo” senza averne cognizione di causa.

Benché sia singolare pensare ad un decreto che obblighi gli utenti privati a chiamare un tecnico qualificato ed abilitato per montare un semplice router, è importante conoscere e rimanere aggiornati sulle norme che regolano la fruizione dei servizi che utilizziamo.

Se osservato dalla parte dell’“utente medio” questo decreto non introduce alcuna novità, ed effettivamente genera potenziali incomprensioni, soprattutto tra quegli utenti che si limitano ad una prima e superficiale lettura del testo.

Inversi, lo stesso decreto regola un settore, quello delle telecomunicazioni, che sta assumendo sempre più importanza dal punto di vista economico e sociale, per il quale è importante dare garanzia di competenza e affidabilità degli installatori professionali, che, di fatto, danno vita alla rete pubblica che tutti noi usiamo.

Ad un anno dall’entrata in vigore di questo decreto, attualmente al vaglio del Ministero dello Sviluppo Economico, auguriamoci che, lungi da accordi lobbistici e dalla mera burocratizzazione, il decreto sia uno spunto per una crescita più efficiente della rete italiana.