Fino a neanche un anno fa, anche solo pensare che la neo-nata moneta del Vecchio Continente potesse scomparire era considerata follia. Oggi, dopo le tensioni di Atene e Dublino, c’è chi incomincia a fantasticare su scenari più o meno irrealistici.
Così Mark Cliffe, capo globale della ricerca sui mercati finanziari di Ing, in un report ha tentato proprio di calcolare il prezzo di un’Europa senza euro.
Così Cliffe ha disegnato due ipotetici scenari. Il primo prevede l’uscita da Eurolandia della sola Grecia; il secondo, il ritorno di tutti i membri dell’unione monetaria alle singole divise nazionali.
Addio Euro!
La reintroduzione della Lira, del Marco, del Franco ecc.. porterebbe a una riduzione dell’attività economica dovuta a problemi logistici e legali legati al ritorno dei vecchi coni, agli sbalzi delle valute, alle fughe di capitali e i governi potrebbero essere indotti a varare ulteriori manovre fiscali restrittive.
Ipotizzando l’addio dell ‘Euro già dal 2011 il Pil scenderebbe del 9,1% in Grecia, del 6,6% in Italia, del 4% in Francia e del 6,5 per cento in Spagna (-5% la media per l’Europa centrale).
Anche la Germania, vera locomotiva d’Europa, dovrebbe ingranare la marcia indietro: il Prodotto interno lordo, secondo Cliffe, calerebbe del 3,8 per cento. Il segno meno, peraltro, resiste anche nel 2012: Berlino (-1,8%), Parigi (-2,5%), Roma (-3,7%) e Madrid (-3%) vanterebbero una crescita negativa.
Ovviamente tutto ciò porterebbe al rialzo dei rendimenti dei titoli di stato per i paesi con deficit e debito pubblico più elevato. Il rendimento del bond quinquennale spagnolo, secondo Ing, si spingerebbe al 6,6% nel 2011 (6,8% nel 2012); quello italiano al 5,88% (5,6%). In discesa, invece, il governativo francese (0,5% nel 2011) e, ovviamente, quello tedesco (0,75%).
Inevitabile poi sarebbe il rischio delle svalutazioni; si avrebbe così un deprezzamento del 25% della lira verso il marco e del 50% quello della peseta spagnola e si assisterebbe al ritorno della divisa tedesca, insieme al marco svizzero e il franco francese, come monete di riferimento del Vecchio continente.
Atene addio.
Fin qui lo scenario più apocalittico. Ma che accade nell’ ipotesi dell’abbandono greco? Tutti i numeri, seppur negativi, sono molto meno pesanti. Tuttavia, secondo Ing, l’aspetto più rilevante sarebbe un altro; che la fiducia dei mercati finanziari sulla sostenibilità dell’Unione sarebbe messa a dura prova e sarebbe messo in discussione il concetto di “irreversibilità” della divisa unica. Un sentimento che, nel 2011, farebbe scivolare la moneta europea verso quota 0,70/0,75 verso il dollaro. Mentre la nuova dracma di Atene si svaluterebbe fino all’80% verso l’euro.