E’ da tanto, troppo tempo che il mercato mobiliare non vede exploit rivoluzionari di start up capaci di moltiplicare il proprio valore a macchia d’olio. Che sia giunta l’ora dei social network?
L’andamento di Linkedin, social network dedicato al mondo del lavoro in cui mettere in mostra il proprio curriculum ed entrare in contatto con professionisti di ogni settore, in Borsa nella prima intera settimana di contrattazioni è molto significativo: il titolo, aiutato dalle scarse azioni collocate, è rimasto su quotazioni elevate.
Dopo l’impennata del 109% al debutto e la quotidiana volatilità venerdì ha chiuso a 88,3 dollari, in calo del 6% dalla chiusura della prima giornata ma il rialzo del 96% dal collocamento. Dopo il 2004 soltanto lo sbarco di Google ha registrato risultati migliori.
Se siamo di fronte a bolle o meno lo sapremo dalle prossime Ipo di firme di Internet più note di Linkedin, da Zynga a Groupon, da Twitter a Facebook.
Chi ha investito nel social network LinkedIn durante gli ultimi anni, dopo il primo giorno di contrattazioni sul mercato i suoi titoli hanno registrato un aumento del 109% da 45 dollari a 94 dollari.
C’è chi sfida eccessive paure di sopravvalutazione. Proprio Google fu quotata a multipli elevati e vinse; partita a 85, raggiunse i 750 dollari nel 2007 prima di frenare (oggi è comunque a 520 dollari). Certo parliamo del motore di ricerca che ha cambiato le abitudini di tutto il mondo, tuttavia il margine di crescita di molti Social Network è ancora grande, la difficoltà sarà capire le prospettive di queste società fra dieci anni.
Difficile prevedere se saranno bolle che scoppieranno, l’importante sarà capire quelle che hanno le carte per volare più in alto di tutte.