Negli ultimi tre anni la popolazione carceraria è aumentata del 50 per cento passando da 45 mila a 67 mila persone, superando di oltre 20 mila il limite considerato regolamentare. E se aumentano i detenuti, contestualmente calano le risorse a disposizione del sistema carcerario, che diminuiscono del 10,4%.
I numeri del sovraffollamento parlano chiaro: i 67.174 detenuti presenti nelle carceri al 31 maggio 2011 a fronte di una capienza regolamentare di 45.511 dimostrano che in Italia esiste una vera e propria emergenza.
Dei 67.174, 14.251 sono in attesa di primo giudizio, 28.178 sono imputati e solo poco più della metà, 37.257 sono condannati con sentenza definitiva.
La denuncia dell’associazione Antigone arriva nei giorni dello sciopero della fame e della sete (quest’ultimo sospeso oggi dopo le parole del Presidente della Repubblica Napolitano) del leader radicale, Marco Pannella, e amplifica l’attenzione su un sistema al collasso.
Gli standard europei prevedono, infatti, per ogni persona ristretta un minimo di 7mq in cella singola e 4mq in cella multipla.
Ecco alcuni esempi della situazione delle carceri italiane. Milano, carcere San Vittore, sesto raggio: celle di 7mq in cui sono stipati, per circa venti ore al giorno, sei persone. Napoli, carcere Poggioreale: in celle 8x4, letti a castello impilati per tre, bagno e cucina uniti tra loro, si sta in dodici, a volte anche in quattordici, per 22 ore al giorno.
In questo contesto di emergenza lo scorso anno è stato approvato il Piano carceri, presentato dal Commissario straordinario Franco Ionta, che prevede la realizzazione di 9.150 posti e una spesa di 661 milioni. Il tutto da realizzare entro la fine del 2012. Ma nella Finanziaria 2010 sono stati previsti stanziamenti per 500 milioni di euro, il resto verrà prelevato da un fondo destinato al reinserimento dei detenuti. Con quali tempi? Per Antigone anche ammesso che il piano parta adesso, al ritmo di crescita dei detenuti, nel 2012 mancheranno ancora 14 mila posti.