Dopo aver parlato tra le altre cose di contributo di solidarietà, modifiche al sistema previdenziale, lotta all’evasione fiscale, aumento dell’Iva, tagli agli enti locali e aver sollevato innumerevoli dubbi, perplessità e le proteste di mezza Italia la manovra anti crisi si presenta al voto finale del Senato ancora una volta rivoluzionata.
Dopo un lungo tira e molla l’Iva l’ordinaria potrebbe salire dal 20 al 21% . Colpiti beni e prodotti come giocattoli, auto, moto, televisori e capi d’abbigliamento. L’italia diventerebbe cosi uno dei primi paesi europei per quanto riguarda il valore di questa imposta (più alto che in Francia, Spagna, Germania e Inghilterra). Rimangono i dubbi sulle possibili conseguenze negative della misura sui consumi.
Per quanto riguarda le pensioni rimane solo la norma che equipara per gli uomini e le donne che lavorano nel settore privato l’età per la pensione di vecchiaia, ossia la soglia dei 65 anni. Il percorso che porterà all’equiparazione partirà dal 2014, con un anticipo di 2 anni rispetto alle previsioni originarie.
Torna poi il contributo di solidarietà del 3% sui redditi oltre i 300.000 euro l’anno. Il contributo interessa il reddito complessivo ed è doppio per i parlamentari che percepiscono oltre all’indennità anche un reddito da lavoro. La misura riguarderà circa 34.000 persone.
Salvi poi i tagli agli enti locali (a partire dalla soppressione delle provincie, ma per farlo occorrerà una legge costituzionale) e il dimezzamento dei parlamentari (stessa cosa). Tolta l’impossibilità di riscattare gli anni di università e del servizio militare sono state salvate le festività civili del 1 maggio, 25 aprile e 2 giugno. In dubbio infine la norma che prevede il carcere per chi evade più di 3 milioni di euro.
Prossimo appuntamento domani nell’aula del Senato. Si vota (con la fiducia ) la manovra.