Lanterna Verde
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Lanterna Verde

Eroi, Eroi, Eroi.

È il tempo degli eroi da fumetto. E mentre la Marvel sforna film a tutto spiano, la DC si concede qualche comparsata, alcune ben riuscite – l’attuale saga di Batman – e qualcuna meno – chi ha detto l’ultimo Superman?

Lanterna Verde

Questa volta è il turno di un eroe sconosciuto – in termini cinematografici – alla sua prima apparizione: Hal Jordan, alias Lanterna Verde.

Hal– interpretato da Ryan Reynolds, già Deadpool in X-Men: le origini - Wolverine – è un irresponsabile patentato, ritardatario cronico ed incapace di creare rapporti duraturi e stabili sia di tipo professionale che personale.

Il tipico “bello e dannato”, ma senza droga e sesso, per intenderci.

Impavido collaudatore di prototipi di aerei, vive la sua vita freneticamente, cercando sempre di superare i propri limiti, nel costante ricordo del padre, anch’esso pilota di aerei, morto tragicamente.

La sconclusionata vita di Hal subirà un ancor più violento scossone con l’arrivo dell’alieno Abin Sur che, morente, gli affiderà il suo anello verde, facendo di Hal Jordan una Lanterna Verde.

Al manifestrasi dei propri “grandi poteri”, Hal, scopre di avere anche delle “grandi responsabilità”. L’anello lo porta sul pianeta Oa, dove trova ad attenderlo altri 359 Lanterne Verdi provenienti da altrettanti settori della galassia, impegnati nel proteggere l’universo.

Una volta sul pianeta viene a conoscenza di Parallax, creatura imprigionata da Abin Sur ma tornata per invadere l’universo col giallo potere della paura.

Ovviamente toccherà ad Hal riboccarsi le maniche e salvare il cosmo dal signore della Paura.

Nel giorno più splendente…

Alla sua prima apparizione, il Lanterna Verde cinematografico appare un po’ troppo “zuccheroso” per avere un vero mordente sul pubblico.

Fortunatamente il film è dotato di un buon ritmo di montaggio e il mix di azione ed ironia fa passare celermente i 114 minuti di film.

Nondimeno la trama sviluppata è quanto di più lineare si sia visto negli ultimi anni di film super-eroistici, partendo dall’eroe che non si vuole prendere delle responsabilità fino ad arrivare alla sicura – e neanche troppo sudata – vittoria sul malvagio nemico.

Benchè in questo modo il film possa essere capito anche da un pubblico più giovane – dai 5 anni in su, per capirci –,un po’ più di “profondità” non avrebbe di certo guastato, soprattutto nell’ottica di eventuali sequel.

Consiglio per il futuro:fare una telefonatina a Nolan durante la stesura del prossimo film.