9 Ottobre 2011.
Ore 9:00.
Con grande senso del dovere civile e baldanzosa zelanteria mi appresto a compilare il famigerato 15° censimento generale delle popolazioni e delle abitazioni.
Leggo sul modulo
"compilare il questionario via web, collegandosi al sito [http://censimentopopolazione.istat.it](http://censimentopopolazione.istat.it/) e inserire, dove richiesto, la password indicata nel rettangolo in basso a destra"
Penso: “che bello, finalmente l’Italia muove i primi, timidissimi, passi nel nuovo millennio!”
Digito d’indirizzo nel browser di fiducia, inserisco le credenziali per accedere alla compilazione del questionario e…
ERRORE!
Provo una volta, due, tre, riesco ad accedere, inserisco i dati, clicco su salva e… ERRORE!
Tutto quello che ho inserito viene cancellato, mi tocca rimetterlo e sperare nella clemenza del dio della statistica, sperando che interceda presso la divinità dell’informatica per ottenere il salvataggio dei dati, ma senza speranza.
Ad ora (sono le 15), il sito rimane raggiungibile ma assolutamente non usabile.
Sono l’unico italiano ad avere questo problema?
Sulla stessa barca
A quanto pare l’ISTAT non prevedeva questa fervida operosità da parte del popolo italiano – e dire che si sa che siamo un popolo di navigatori.
I commenti negativi sulla rete cominciano a diffondersi a macchia d’olio, facendo emergere un’ombra inquietante sull’operato dell’ISTAT.
Ad aumentare la frustrazione degli utenti, oltre all’uso di password non esattamente user-friendly – robe tipo kAj5TFdlKe53Tg, facile da digitare, no? – ci si è messa la caduta continua dei server, la lentezza del servizio e la redirezione continua verso la pagina di login, che ha fatto saltare i nervi ai compilatori virtuali di tutta la penisola.
Così twitter diventa il confessionale degli italiani che sbottano con frasi come:
"Il sito è impossibile da raggiungere"
"Compilare il censimento online è un'impresa impossibile, continua a saltare la connessione"
"Dopo un'ora di tentativi di accesso, login vari, risposte non salvate, ricomincio da capo e sono ancora qui senza riuscire più ad accedere al sito"
Arrivando perfino ad instaurare un senso di colpa nei malcapitati utenti:
Ad un certo punto mi sono sentita in colpa, pensavo che il sito andasse in crash perchè non gli piacevano le mie risposte
E io pago!
E’ sorprendente come, dopo il battage pubblicitario dei mesi passati, all’ISTAT – dove i conti, in teoria, li sanno fare – siano stati così sprovveduti da non preparare un’infrastruttura adatta a sopportare la quantità di accessi simultanei al sito.
Notificata del disservizio l’Istituto si scusa per il disagio e promette di lavorare per migliorare il servizio.
In ultima analisi ai noi connazionali non restano che due scelte:
-
Insistere, riprovare e incazzarsi quando la procedura non va a buon fine.
-
Tornare alla buon vecchia carta – col bene placido della semplificazione e del risparmio.
Per quelli che desisteranno e sceglieranno, infine, di arrendersi, rimangono valide le istruzioni già scritte da Radio Rebelde in Guida al Censimento 2011. Come e perchè compilarlo, per tutti gli altri, strenui sostenitori del progresso – tra cui si annovera l’autore –,toccate ferro e in bocca al lupo!