Bar Sport. Recensione del film tratto dal libro di Stefano Benni.
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Bar Sport. Recensione del film tratto dal libro di Stefano Benni.

Sono passati trentacinque anni da quando i personaggi del libro di Stefano Benni sono entrati con la loro simpatia nell’immaginario degli italiani.

Siamo nel 1976. In un piccolo paese di provincia vicino Bologna viene inaugurato il Bar Sport. Il gestore, detto Onassis (Giuseppe Battiston)per la sua tirchieria, condivide per l’occasione un paio di bottiglie di lambrusco e qualche pastarella con i vecchi amici del luogo e con il nuovo arrivato Eros (Claudio Bisio), un tuttologo chiacchierone, mentre il povero Bovinelli (Antonio Cornacchione ) cerca invano di accendere l’insegna del locale.

La vita si svolge lentamente in quel microcosmo della provincia emiliana, tra cappuccini e sambuche, competizioni al biliardo, amori solo immaginati e trasferte fuori porta. Il tutto sotto gli occhi della Luisona, la decana delle paste: una bomba di crema pasticcera mai consumata e conservata sotto teca da decadi come un’opera d’arte.

Ci sono voluti tre anni e mezzo per convincere Stefano Benni e per trasformare in film uno dei suoi libri più amati. Artefice del miracolo, un bolognese purosangue, Massimo Martelli, un passato di documentarista e di autore televisivo brillante.

Tuttavia il regista bolognese costruisce un film che solo superficialmente riesce a mostrare la magia di quell’universo. Il film manca di momenti di verà comicità che invece la penna di Benni riesce ancora oggi a dare grazie anche a quel senso di rimpianto per i tempi passati misto alla sua scrittura moderna seppur già datata di trentanni.