Riprendiamo il viaggio virtuale nella Ville Lumière iniziato con Parigi in 7 giorni - Parte I
L’itinerario: giorni IV – VI IV° Giorno (Sabato)
Sfruttando il conveniente Ticket Jeunes Week-end ci alziamo di buon ora e prendiamo metro e RER (C) per arrivare a Versailles: circa 1 ora di viaggio dal centro di Parigi.
La distanza tra la fermata e la residenza del re Sole non supera i 10 minuti di cammino, lungo il quale troverete operatori turistici ansiosi di prendervi sotto le loro ampie ali e portarvi a fare un giro illustrato della Reggia.
Come sempre ognuno è libero di fare quel che più gli aggrada, ma considerando che insieme al prezzo del biglietto è compresa l’audio-guida multilingue(italiano compreso) suggerisco di lasciare la guida alle comitive numerose e di proseguire verso la meta della giornata.
Versailles è magnifica, maestosa e praticamente illimitata.
Anche rimanendoci un giorno intero è difficile riuscire a vedere tutta la Reggia, che, lungi dall’essere un mero palazzo di corte, racchiude in sé una piccola città costruita per la corte dei Re di Francia.
Oltre al castello di Versailles– che comprende gli alloggi dei reali, sale da pranzo, da ricevimento, la famosa Sala degli Specchi, ecc. – la Reggia è composta da altri – ma non meno importanti – edifici, due su tutti il Piccolo ed il Grande Trianon – la cui visita, purtroppo, richiede l’acquisto di un biglietto a parte.
Il mio consiglio è quello di godersi tutta la “promenade” che dal castello porta, attraverso i fantastici giardini,fino ai due edifici posti a nord-ovest. Percorrendoli si ha veramente la sensazione dello sfarzo e del lusso sfrenato di una corte – quella di Luigi XIV – che aveva fatto del vezzo il proprio status, simboleggiato dalla miriade di boschetti, palchi e fontane che tempestano il parterre. Da non perdere: le Grandes Eaux musicales, les Jardins musicaux(giochi d’acqua a tempo di musica) e l’Hameau di Maria Antonietta – il personale villaggio di campagna della regina per evadere l’etichetta di corte.
Dopo la visita alla Reggia – conclusasi nel tardo pomeriggio – siamo tornati in centro a Parigi per il tradizionale giro sui Bateaux Parisien, un giro fluviale per assistere al fantastico spettacolo delle luci della città – c’è un perché se la chiamato Ville Lumière – viste dal letto della Senna.
V° Giorno (Domenica)
Ringraziando ancora una volta la RATP per aver inventato il Ticket Jeunes Week-end abbiamo sfruttato l’opportunità di un giorno di viaggi illimitati per visitare più punti della città, partendo dal quartiere Montparnasse– dal quale, sinceramente, mi aspettavo qualcosina in più – passando per l’antica abbazia di Saint-Germain-des-Prés fino ad arrivare ai Jardin du Luxemburg– nel quale, se la giornata vi assiste, vi consiglio di fermarvi per un picnic.
Nei pressi dei Giardini si trovano la Sorbonne– una delle più antiche università fondata nel 1253 – ed il Pantheon, un vero e proprio monumento eretto per commemorare le personalità – lì tumulate – che hanno fatto grande la Francia come Voltaire, Rousseau, Lagrange, Hugo, Zola, Canot, I coniugi Curie, Dumas e tanti altri. Al suo interno, ancora oggi è possibile ammirare il famoso “pendolo di Foucault”, un pendolo di 67 metri la cui oscillazione venne usata dal fisico per dimostrare il moto rotatorio della Terra.
VI° Giorno (Lunedì)
L’ultimo giorno è quello dedicato a Montmartre.
“J’ai laissè mon cœur à Paris” dicono, per me invece è “J’ai laissè mon cœur à Montmartre”, “ho lasciato il mio cuore a Montmartre.
Arrivati ai piedi della collina, si percorre la salita – tappezzata di accaniti scommettitori del “gioco delle tre carte” – che porta alla suggestiva basilica del Sacro Cuore.
Da qui è possibile prendere la teleferica che porta fino in cima al monte, ma per chi se la sente – non è particolarmente massacrante – suggerisco di percorrere la scalinata che porta fino alla sommità, godendosi il panorama di Parigi che si distende davanti ai propri occhi.
Davanti all’entrata del Sacro Cuore pullula di buskers, venditori ambulanti e zingari, nulla di preoccupante, soprattutto per la costante presenza delle forze dell’ordine, l’unico consiglio è quello di non dare troppa confidenza ai ragazzi che arrivano verso di voi con la scusa di attaccarvi un braccialetto al polso: ve lo appioppano e vogliono 5-10€, uomo avvisato…
Il Sacro Cuore è uno dei luoghi che mi è rimasto più impresso del mio soggiorno a Parigi, vuoi per la forte atmosfera religiosa– che al contrario latitia un po’ nelle altre chiese visitate – piuttosto che per la sua suggestiva archiettura romanica, così diversa dagli altri monumenti parigini.
Usciti dal Sacro Cuore non si può far a meno di perderesi per i vicoli di Montmartre che, benchè la deriva “consumista”, conserva ancora oggi quel sapore ottocentesco che fu d’ispirazione per artisti come Pissarro, Van Gogh, Modigliani e Picasso.
Anche qui consiglio di fermarsi e godersi– magari insieme ad una buona crêpe– la varietà di quadri, stili e colori degli artisti di strada che gremiscono Place du tertre– sarete “assaliti” da un’orda di ritrattisti che voglio ad ogni costo farvi un “portait”.
Scendendo da Montmartre verso Pigalle– quartiere parigino famoso più per i locali a luci rosse che per i negozi di musica di cui è costellato – si possono trovare il Moulin Rouge e le Chat Noir, folcloristici, ma, dopo le bellezze di Montmarte, un po’ squallidi.
Spero che la mia esperienza vi sia utile per il vostro viaggio a Parigi.
Bon Voyage!