Un buon proposito per iniziare il nuovo anno, direttamente dal cassettone della psicologia spicciola di TheSave |
via lifehacker.com. |
Riconoscere i propri errori
La perfezione – per fortuna – non è di questo mondo.
Ma se il vecchio adagio è:
"Sbagliando s'impara"
una ragione dovrà pur esserci. Il miglioramento passa dalla pratica – tutt’altro che perfetta – alla critica, il periglioso campo che porta alla crescita.
L’attuale società ha qualche problema coi fallimenti e gli errori.
Diciamo “tentar non nuoce”, ma ad ogni piè sospinto si teme non tanto il fallimento in quello che si sta facendo – auto-critica –, quanto piuttosto il giudizio altrui.
Il tutto trova la propria radice nella vergogna e nel senso di colpa i quali, a loro volta, ci sono stati inculcati a scuola, in famiglia e al lavoro – quindi, in generale, dalla società.
Vorremmo che tutto fosse pronto subito, che gli effetti di quello che facciamo, degli sforzi per cui lavoriamo, si manifestino immediatamente e, se nel mezzo incontriamo qualche ostacolo, tendiamo a lasciar perdere.
Questo accade perchè, fin dalla più tenera età, siamo portati a indentificare noi stessi coi risultati che conseguiamo.
La scuola ne è un esempio perfetto: hai la media del 7? Sarai una persona mediocre. Ha 10 in tutte le materie? Sicuramente sarai un uomo di grande successo.
I numeri, se usati in questo modo, posso essere qualcosa di molto pericoloso, perchè tendiamo a descivere con un metro asettico e discontinuo (1,2,..,100,..,1000 €/voti/macchine/cm) una cosa continua e mutevole come la vita delle persone.
Questo porta ad un rapporto 1:1 tra lavoro e fiducia in sè stessi.
Ci identifichiamo rispetto a cosa facciamo - o meglio come lo facciamo. Se il nostro lavoro ha successo siamo ottime persone, probabilmente migliori della media, se al contrario abbiamo fallito un compito, ci riteniamo dei falliti.
Con queste considerazioni in mente ricordiamo anche che, per imparare dai propri errori, bisogna:
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osare, mantenendo la mente aperta all’auto-critica costruttiva;
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avere fiducia in sè stessi;
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avere il coraggio di cambiare il modo in cui si fanno le cose.
I quattro tipi di errori“Errare è umano” ma non tutti gli errori sono uguali e capire la loro natura è un passo decisivo per razionalizzarli e imparare da essi.
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Errori stupidi - la tipica “svista” assurdamente stupida. Da scivolare su una buccia di banana a sbattere il mignolo del piede contro lo stipite della porta.
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Errori semplici - solitamente nascono da dimenticanze o da una sbagliata sequenza di azioni. Da dover pagare una multa perchè ci si è scordati di pagare il bollo auto a dover rimontare da capo il mobile IKEA perché ci rimangono una dozzina di pezzi in più.
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Errori rilevanti - sono una diretta conseguenza di abitudini e modi di fare e richiedono uno sforzo continuo per essere evitati. Rientrano tra questi il ritardo cronico, il mangiare schifezze e l’avere sempre il conto in rosso per le spese superflue.
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Errori complessi - Sono gli errori più cocenti e più difficili da evitare perchè frutto della sovrapposizione di più decisioni, eventualmente distribuite in un tempo medio-lungo, di cui è complicato districarne l’intreccio. Vanno dalla rottura di un rapporto con una persona al fallimento di importanti progetti personali.
Imparare dagli errori stupidi o semplici è tanto facile quanto vacuo: pestare le cacche sul marciapiede è una condanna, mettiamoci il cuore in pace e proseguiamo.
Al contrario le ultime due categorie di errori sono molto più profondi ed interessanti – dal punto di vista della crescita personale – poichè mettono in discussione noi stessi e il nostro modo di pensare.
Imparare dagli errori rilevanti Li abbiamo definiti come quegli errori che nascono da noi stessi, dalle nostre cattive abitudini ed idiosincrasie.
Difficili da ammettere e da correggere, solitamente sono quei comportamenti che chi ci conosce bene ci rimprovera spesso e che, tante volte, sono alla base di litigi ed accese discussioni.
Ben consci di dover cambiare abitudini, procrastiniamo, consideriamo che “nessuno è perfetto” e che forse sono gli altri che dovrebbero farsi un esame di coscienza e capire le nostre necessità. Tutti comportamenti adottati dal nostro cervello per difendersi dalla soverchiante pressione sui nostri sistemi decisionali.
Lui risparmia energia, noi indulgiamo nei vizi.
La soluzione per rompere questa spirale d’immobilità è spostare un po’ del peso psicologico dalle nostre testoline a quelle dei nostri cari.
Chiediamo loro consigli ed aiuto, di rimando saranno ben felici di constatare che rispettiamo i loro punti di vista e ci daranno una mano a perdere le nostre cattive abitudini.
Imparare degli errori complessi Gestire la complessità è sempre stata una grande sfida per gli esseri umani.
Siamo irrazionali e ci fidiamo fin troppo di quello che percepiamo, filtrato – distorto – da pregiudizi e sensazioni che portano inevitabilmente a decisioni sbagliate.
Investimenti in borsa, scelte lavorative, mutui e quant’altro: ci facciamo guidare dal momento, giudicando il nostro operato dalle immediate conseguenze e dimenticando presto le scelte fatte in precedenza.
Anche in questo caso il supporto degli altri è fondamentale: così come la polizia cerca di ricostruire l’effettiva scena del crimine mettendo assieme tutte le testimonianze dei soggetti coinvolti, allo stesso modo possiamo trarre vantaggio dal parlare dei nostri errori con chi ci è vicino.
Spiegare l’accaduto a qualcuno di esterno ad esso, ci permette di rivedere la sequenza temporale delle nostre azioni, ripensare alle scelte fatte e, magari, identificare le decisioni critiche. Inoltre avere un’altra opinione potrebbe far emergere aspetti che abbiamo dato per scontati ma che, in realtà, non lo sono, permettendoci di ridefinire l’accaduto attraverso lenti diverse rispetto a quelle del rimorso e dell’angoscia.
Coraggio e Ironia Fare errori, come abbiamo visto, è nella natura umana, così come lo è il nasconderli.
Vergogna e risentimento sono emozioni che proviamo istintivamente e la nostra società non fa nulla per attenuarne gli effetti.
Benché l’analisi dei propri errori faccia molto, nessun tipo di critica può soppiantare una buona dose di coraggio e di (auto)-ironia.
Il coraggio è fondamentale per affrontare nuove sfide, inevitabilmente queste porteranno a qualche sbaglio e ancora una volta servirà coraggio per affrontarne le conseguenze e saper trarre il giusto insegnamento. Allo stesso modo è importante armarsi di tanta ironia per guardare al passato senza giudicarsi e, perché no, ridendoci su.
Senso di auto-critica, coraggio e ironia sono i pilastri sui quali costruire un ciclo virtuoso di miglioramento che, pur passando dall’errore, porta al successo.