The Amazing Spider-Man
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The Amazing Spider-Man

Peter Parker, abbandonato bambino dai suoi genitori, cresce con gli zii Ben e May. Ormai liceale, non ha amici e s’innamora della compagna di scuola Gwen Stacy.

Un giorno il giovane scopre una misteriosa valigetta che apparteneva al padre e decide di indagare sulla scomparsa dei suoi genitori. Le ricerche conducono alla Oscorp e al laboratorio del dottor Curt Connors, un ex collega di suo padre.

È nel suo laboratorio, dove si studia la possibilità di innesti tra cellule umane e animali, che Peter viene morso da un ragno e si ritrova dotato di nuovi e straordinari poteri.

La domanda che mi sono fatto prima di andare al cinema è stata:-_ “ Ha senso andare a vedere un film che ho già visto e rivisto?”_ Alla fine la risposta è stata affermativa.

E’ logico che mentre si guarda il film si innesca il meccanismo di trovare similitudini e differenze con la trilogia di Raimi. Alla fine Marc Webb ne esce alla grande, trovando una sua linea a tratti anche migliore rispetto allo Spiderman precedente.

La storia scorre fluidamente non ci sono punti morti. Pater Parker confessa subito all’amata di essere Spiderman, non ci sono i soliti stupidi piedipiatti che si lasciano subito abbindolare da un tizio mascherato ma invece combattono insieme contro il male. Andrew Garfield è un vero Spider-man: magro, slanciato, tutto nervi, non un filo di muscoli; sveglio, ironico,giovane, molto vero. La speranza è che non ci sia un “downgrade” nei sequel così come era successo nella trilogia di Raimi.