Gli esami, pardon, le tasse non finiscono mai. Dopo la famigerata Imu (proprio in questi giorni scade il pagamento della seconda rata), a gennaio arriverà per gli italiani un nuovo salasso economico: la tassa sui rifiuti, ora denominata Tares.
La novità è che la tassa sarà più onerosa rispetto alla vecchia Tarsu. La Tares infatti non servirà solo a coprire i costi della raccolta dei rifiuti, ma anche altri servizi erogati dai Comuni, come la manutenzione delle strade, l’illuminazione pubblica o i vigili urbani. Perciò costerà molto di più.
La Tares, già introdotta un anno fa dal decreto salva Italia (la cui introduzione però era stata rimandata al 2013), potrà portare nelle casse dei sindaci un miliardo di gettito aggiuntivo.
Rimangono però da chiarire alcuni dettagli. Come la base imponibile della nuova tassa che secondo il decreto doveva essere calcolata sull’80% della superficie catastale degli immobili. Un dato però che i Comuni non hanno. In attesa di rilevarlo, è stato deciso di utilizzare come base di calcolo l’80% della superficie calpestabile, il parametro già utilizzato per la Tarsu.
Ma non è tutto. Oltre alla tariffa base si dovrà pagare un altro balzello per pagare, appunto, gli altri servizi comunali. Il prelievo iniziale è stato stabilito a 30 centesimi di euro per metro quadrato. I Comuni però, potranno anche aumentare fino a 40 centesimi. Perciò per fare un esempio, per cento metri di casa si pagheranno circa 24 euro (la tassa si calcola sull’80% della superficie).
Sulla Tares non si pagherà però l’Iva dopo la bocciatura dalla Corte Costituzionale. Il primo versamento i contribuenti lo dovranno fare a gennaio. Si pagherà in rate quadrimestrali, dunque le altre saranno ad aprile, luglio e ottobre. Gli italiani dovranno mettere mano ai portafogli. Di questi tempi sai che novità.