Parchi giochi a pagamento **, neanche fossero parcheggi. L’idea proviene da Bologna**, dove andare sull’altalena o scendere dallo scivolo potrebbe presto costare 1 0 2 euro. Per scivolata o tempo ancora non si sa.
Far pagare i parchi giochi per il momento è solo un’idea e niente è stato ancora ufficializzato. La mossa farebbe risparmiare alle casse del capoluogo emiliano 800mila euro, la stessa cifra versata ogni anno per la manutenzione straordinaria delle giostre nei parchi pubblici. Colpa dei sempre più frequenti atti vandalici e della normale usura delle strutture.
La tassazione dei giochi però non è che una delle mosse che potrebbe mettere in campo il comune emiliano. A donare giostre e altalene, in primo luogo, potrebbero essere imprenditori e fondazioni bancarie che in cambio riceverebbero pubblicità. Gruppi di genitori potrebbero prendere in considerazione l’idea di autogestirle.
In un secondo momento si potrebbe pensare di recintare determinate aree delle zone verdi, affidarle ai privati e chiedere un ticket per i giochi custoditi al loro interno. In ogni caso, assicurano da Palazzo d’Accursio, è esclusa una privatizzazione totale dei giochi per bambini.
La mossa farebbe risparmiare al Comune bei soldoni, senza intaccare la sicurezza e la dotazione dei giochi, ma farebbe ricadere sulle famiglie il costo della loro manutenzione. Il patrimonio verde bolognese è composta da 128 parchi e 1.300 tra scivoli e piccole giostre, tutte rigorosamente gratis. Almeno per ora.