Gli ultimi 20 anni hanno visto la nascita di una pletora infinita di strumenti che hanno avvicinato l’umanità dispersa sul globo terraqueo e permesso ad ognuno di prendere parte all’agone parlamentare globale. Un luogo virtuale senza censure né censori in cui chiunque può mettersi in gioco ed argomentare su qualsiasi materia.
Se regolamenti e leggi sono spesso opinabili sul web, l’esperienza maturata in anni di flame e troll ha dato vita, spontaneamente, a diverse “leggi” – passatemi il termine – che regolano le conversazioni della Rete. Sfido chiunque abbia partecipato ad una discussione su un forum, un blog o perfino su Facebook a non essere mai incappato in qualche post che contravviene ad una delle leggi che regolano le discussioni sul web.
Al fine dire rendercene edotti, scorriamo insieme i 5 principali dogmi la cui violazione vi assicurerà la dannazione nell’inferno digitale (cum grano salis).
Legge di Poe
Postulata nel 1983 da Jerry Schwarz coll’enunciato “se si invia un messaggio satirico senza un commento esplicito sulla sua natura (satirica), qualcuno lo prenderà sul serio”. Nel 2001 l’autore Arthur C. Clarke afferma nella terza legge che porta il proprio nome “qualsiasi troll sufficientemente arguto è indistinguibile da un vero lunatico”.
Infine, è nell’Agosto 2005 che Nathan Poe, sul forum Cristianforums.com, connota l’omonima legge emersa dagli infiniti flame nati dalla scorretta comprensione di un messaggio di ovvio tenore satirico ma non esplicitamente dichiarato come tale:
Senza un'esplicita dichiarazione, è impossibile parodiare (l'articolo di) un Creazionista senza che qualcun altro pensi sia autentico.
Per estensione, la legge vale per qualsiasi asserzione volutamente eccessiva e bigotta che, benché chiaramente satirica, verrà sicuramente presa come vera da qualcuno.
Applicazioni: nella vita reale usiamo voce, corpo e viso per definire il tono col quale vogliamo comunicare un messaggio. Sul web queste informazioni vanno comunicate in qualche modo. Gli smile sono dalla vostra parte.
Postulato di Godwin
Formulata nel lontano 1990 da Mike Godwin recita:
All'aumentare della lunghezza di una discussione, la probabilità di un riferimento a Hitler o al Nazismo (o equivalenti) tende al 100%.
Applicazioni: il postulato di Godwin è un invariate di qualsiasi discussione online - all’aumentare nel numero di post di discussione aumenta la probabilità che qualcuno finisca per supportare la propria tesi associando quella dell’opponente a regimi totalitaristici e dittatori vari.
Legge e Paradosso di Cohen
Chiunque ricorra all'argomento "_Chiunque ricorra all'argomento ... perde automaticamente la discussione_" perde automaticamente la discussione.
L’enunciato volutamente ricorsivo della legge porta al paradosso di Cohen che afferma che chiunque ricorra alla Legge di Cohen perde automaticamente la discussione ma poiché la vittoria dell’opponente sarà basa sulla Legge di Cohen, anch’egli perderà la discussione.
Applicazioni: la legge si applica a chiunque rifiuti l’argomentazione di un avversario definendola non valida senza dichiararne il motivo (senza discuterla).
Legge di Skitt
La Legge di Skitt deriva da un’applicazione della legge di Murphy e recita:
Qualsiasi post che corregge un errore di un altro post, conterrà almeno un errore.
La Legge di Skitt estende la ben più famosa “se qualcosa può andar male, andrà male” di Murphy ed è basata sull’eccezionale numero di post sul web che, pretendendo di corregge un errore – per lo più ortografico o grammaticale – include un errore dello stesso tipo.
Applicazioni: Imbarazzane. Imbarazante. Imbazzarante. D’oh!
Principio di Esclamazione
Il numero dei punti esclamativi e delle parole in maiuscolo in un post è direttamente proporzionale alla falsità dello stesso.
Il principio di Esclamazione è stato enunciato per la prima volta dallo staff del sito FactCheck.org, basandosi sullo studio di una campagna virale che faceva largo uso di parole in maiuscolo e punti esclamativi per convincere i lettori della veridicità delle proprie affermazioni. Un po’ come urlare in faccia al nostro interlocutore per fargli capire che abbiamo ragione.
Applicazioni: Punti esclamativi e maiuscolo significano esclamazione, se usati in un contesto assertivo suonano aggressivi e pretenziosi. CAPITO!!!
Ovviamente le leggi sopra riportate sono tutto tranne che reali codici di comportamento ma seguirle insieme a qualche nozione di netiquette potrebbe evitarvi un buon numero di figuracce nel mondo digitale.