Btp Italia emissione del 15 Aprile 2013. Pro e contro
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Btp Italia emissione del 15 Aprile 2013. Pro e contro

Torna il nuovo Btp Italia, la cui emissione è fissata dal 15 al 18 aprile (salvo chiusura anticipata).

Potrà essere sottoscritto per un taglio minimo di 1.000 euro e per farlo basterà recarsi presso la filiale della Banca, presso l’ufficio postale oppure mediante home banking.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato che il tasso cedolare (reale) annuo minimo garantito è pari al 2,25%. Unico tassello mancante, il tasso cedolare (reale) annuo definitivo, che sarà fissato al termine del periodo di raccolta degli ordini.

Il BTP Italia è il primo titolo di Stato indicizzato all’inflazione italiana, con cedole semestrali, recupero immediato dell’inflazione grazie alla rivalutazione del capitale corrisposta ogni sei mesi, e capitale nominale garantito a scadenza anche in caso di deflazione.

Il BTP Italia è un interessante strumento di investimento per piccoli risparmiatori che avranno due diversi tipi di proventi a cadenza semestrale. Il primo provento è rappresentato dalla cedola pagata semestralmente e il secondo è la rivalutazione del capitale in base all’andamento del tasso di inflazione italiano. Il tasso della cedola è il tasso reale, ovvero che non si applica sul capitale, ma sul capitale rivalutato in base all’andamento del tasso di inflazione. Inoltre alla fine dei 4 anni, il risparmiatore avrà la restituzione del valore nominale sottoscritto e un premio fedeltà pari al 4 per mille lordo da calcolare sull’importo nominale acquistato.

Il rendimento complessivo del Btp Italia non si limita al tasso fisso, perché a questo va aggiunto, sempre semestralmente, un altro pezzettino di rendimento, rappresentato da quanto ha corso nel frattempo l’inflazione italiana. Il meccanismo di calcolo è molto complesso ma con qualche semplificazione possiamo dire che ponendo - su base annua - un’ inflazione pari all’1,5% questa va ad aggiungersi al tasso cedolare del 2,25%, dando luogo ad un rendimento complessivo del 3,75%.

Sempre che nel frattempo il prezzo del Btp sia rimasto fermo a quota 100. Ovviamente, cambiando l’inflazione cambia anche il rendimento complessivo (e infatti il Btp Italia è un titolo a tasso variabile). Può essere più alto o più basso e, nel caso in cui ci fosse una deflazione - cioè una diminuzione del costo della vita calcolato dall’ Istat - il rendimento del Btp verrebbe a coincidere con il tasso cedolare reale. Ma la deflazione è un evento che non si è mai dato dal dopoguerra in poi: è possibile ma al momento altamente improbabile.

I punti oscuri di questo titolo restano due:

  • l’adesione al buio, ossia senza conoscere con esattezza il rendimento effettivo dei tuoi soldi, a meno che tu non acquisti i BTP sul mercato dopo l’emissione;

  • la durata breve del titolo stesso. E non è detto che alla scadenza nuovi BTP Italia siano emessi al posto di quelli scaduti.