Via libera alla sperimentazione di terapie avanzate a base di cellule staminali mesenchimali, quelle usate con il metodo Stamina.
La Commissione Affari sociali della Camera ha infatti approvato un emendamento al decreto Balduzzi sulle cure a base di staminali. La sperimentazione clinica dovrà completarsi entro 18 mesi a decorrere dal primo luglio 2013, con uno stanziamento di tre milioni di euro e l’istituzione di un osservatorio per il monitoraggio.
La vicenda delle terapie con cellule staminali è diventata particolarmente discussa in Italia in seguito a una serie di servizi, messi in onda dalle_ Iene_, in prima serata su Italia 1. La trasmissione si è occupata dell’appello dei genitori di Sofia, una bambina con una malattia neurodegenerativa non curabile.
Secondo i suoi genitori, Sofia avrebbe tratto giovamento dal “metodo” Stamina, una soluzione che prevede la somministrazione di un “cocktail” di cellule staminali ideato da Davide Vannoni, fondatore della Stamina Foundation. Le cellule utilizzate da Vannoni sono ottenute attraverso espianti dal midollo osseo, ma come è stato spiegato di recente sulla rivista scientifica Nature, molti dettagli sul suo “metodo” continuano a essere ignoti.
Da quando esiste, la Stamina Foundation si è dovuta confrontare più volte con le autorità sanitarie italiane ed europee. La fondazione ha sede a Torino e oggi si appoggia su una struttura pubblica di Brescia, ma in passato ha avuto difficoltà per operare in Italia. Molti medici e ricercatori in questi anni hanno manifestato non poche perplessità nei confronti del “ metodo Vannoni” in quanto non esiste nessuna prova scientifica che queste cellule abbiano alcuna efficacia nelle malattie per cui sarebbero impiegate.