Terra. Anno 2154.
Vedi, bastano due parole e una cifra e avete già capito che genere di film sia Elysium … o no?
Elysium
Come nei migliori film distopici, ci viene presentata la Terra del XXI secolo: inquinata, sudicia, malata e straripante di gente – come ora, ma “deppiù”. Data la situazione, i super-ricchi hanno pensato di distanziarsi fisicamente, oltre che socialmente, da quei pezzenti che camminano tra polvere e malattie sulla Terra. Ed ecco la soluzione, si va tutti su una stazione spaziale, Elysium, che ruota attorno al vecchio Mondo e contiene tutte le “meglio cose” che l’uomo della strada può solo sognare: lussureggianti campi – Elisi? –, mega-villoni, servitù e servizio d’ordine robotico, cibo in abbondanza e soprattutto la vita eterna, garantita dai lettini abbronzanti dalle capsule mediche che sconfiggono ogni male.
Intanto sulla Terra, in quella sterminata favela che è diventata Los Angeles, vive Max – Matt Damon in versione Mastro Lindo. Ex ladro di auto, Max ha deciso di mettere la testa a posto e lavorare per la Armadyne, azienda di armamenti, ma a causa delle insicure condizioni lavorative, Max viene esposto ad una dose letale di raggi Gamma – peccato non essere in un Marvel – che gli lascia appena cinque giorni di vita. Deciso a non arrendersi al proprio fato, Max stipula un patto con Spider, un hacker-scafista-rivoluzionario che dota Max di un esoscheletro che gli dona iperforza e la possibilità di rubare i segreti dalla testa dei ricconi in visita sulla Terra, esigendo tale furto come pagamento per il viaggio-della-speranza su Elysium.
Ovviamente le cose non potrebbero essere così semplici e ci si mette di mezzo un golpe ordito da quella cattivona di Jodie Foster nei panni dell’intransigente segretario della difesa di Elysium. Novello Johnny Mnemonic, Max ruba scottanti informazioni dalla mente dell’ex-datore di lavoro – armamenti, difesa, ricordate? –, attirando le ire di Jodie e rendendo un po’ più complicato il proprio viaggio.
Esosfera, esoscheletri ed esodati
Regista di Elysium è Neill Blomkamp, papà di Distric 9, film di fantascienza del 2009 che sbalordì critica e pubblico spiegando l’apartheid nella guisa del rapporto umani-alieni. Molto meno “pretenzioso”, Elysium racconta la storia di un uomo e della sua avventura che, casualmente – anche se la pellicola non sembra avere una chiara opinione sulla cosa – diventa anche rivoluzionario e salvatore del genere umano. Ci sono i temi di immigrazione, divisione sociale e diritto all’accesso alle cure mediche, ma nessuno fa pistolotti di sorta pendendo per questa o quella campana. Al contrario è l’azione a farla da padrone, lasciando – per la maggior parte del tempo – che la mera contingenza guidi le scelte dei personaggi.
I cinque giorni che rimangono a Max scandiscono il sempre più frenetico ritmo della pellicola, che preferisce tralasciare i dettagli del background storico e dei personaggi secondari i quali, purtroppo, finiscono per appiattirsi sullo sfondo. Al contrario, il focus è sull’azione pura che sbatacchia Matt Damon e il trabiccolo fissato al proprio sistema nervoso ad ogni piè sospinto, lasciando allo spettatore il compito di trarre le dovute conclusioni al termine della proiezione.
Certamente non IL film di fantascienza del 2013, proprio a causa dei “buchi” lasciati aperti nella trama, ma Elysium riesce a prendere spunto da videogames – Halo? – e cinema – “Atto di Forza”, “Robocop” – senza scadere nell’ovvio, offrendo un’onesta ora e mezza di intrattenimento.