Costa Concordia verso la Turchia?
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Costa Concordia verso la Turchia?

Come si suol dire oltre il danno anche la beffa!

Mettendo da parte un attimo l’immane tragedia, la Costa Concordia, a questo punto, è un relitto che vale un tesoro.

Nella lotta tra campanilismi italici, tra Piombino e i porti “concorrenti” di Civitavecchia, Genova e Palermo, l’operazione di bonifica, dopo il raddrizzamento con l’operazione sbandierata come un successo “made in Italy” e il futuro spostamento dall’Isola del Giglio, potrebbero finire in mani estere.

Il gruppo Carnival potrebbe decidere, come scrive il Corriere della Sera, di portare il relitto nientemeno che a Smirne, sulla costa occidentale della Turchia, facendolo trainare da una enorme nave-zattera chiamata Vanguard che costerebbe alla compagnia armatrice un centinaio di milioni di euro.

Lo farebbe per i costi più contenuti di demolizione, per la maggior facilità di commercializzazione dei rottami e per le norme ambientali meno stringenti di quelle dell’Unione europea circa lo smaltimento delle acque contaminate che ancora si trovano all’interno dell’ex nave da crociera.

Lo smantellamento del relitto ‘vale’ su per giù 500 milioni di euro e occuperebbe una forza lavoro di 250-300 persone per almeno due anni.

Il ministro dell’Ambiente Orlando smentisce l’ipotesi di trasferire lo scafo all’estero per lo smaltimento sottolineando che che stiamo parlando di un rifiuto che va smaltito secondo la normativa europea, e quindi l’interlocuzione dovrebbe essere fra Regione Toscana e governo.

Sta di fatto che l’Italia starebbe facendo poco per creare condizioni migliori, dando soltanto l’immagine di un paese diviso che si contende le somme di denaro che deriverebbero dallo smaltimento, invece di fare sistema paese rischiando di farsi beffare da “Mamma li turchi”!