Il mondo si fa scuro per il norreno tutto treccine e cazzotti della Marvel.
The Dark World
Flashback. Qualche migliaio di anni fa. Gli Elfi Oscuri minacciano la vita dei Nove Regni. Malekith, re dei menzionati Elfi, vuole usare l’Aether – potente artefatto nella guisa di un fluttuante fluido vermiglio – per acquisire ineguagliabili poteri e rispedire l’Universo al buio luogo che generò la sua razza prima dell’avvento della Luce. Peccato che Bor, nonno di Thor e padre di Odino, gli metta i bastoni tra le ruote sconfiggendolo e nascondendo l’Aether in un ascoso angolo remoto del Cosmo.
Tornati al presente, Thor (Chris Hemsworth), reduce dagli eventi di New York, sta ristabilendo pace ed armonia nei Nove Regni a suon di martellate. Intanto l’adorata Jane Foster (Natalie Portman) s’impegna per ritrovare il nerboruto fidanzato nell’unico modo che conosce: sondando il campo elettromagnetico terrestre in cerca di strane anomalie.
Guarda caso, proprio mentre Jane sta giocando alla versione Marvel di Portal, si imbatte nel passaggio al luogo super-segretissimo in cui Bor nascose il pericoloso Aether. Jane viene “infettata” dall’Aether, Thor la passa a prendere chiedendo uno strappo al Bifrost e Odino (Antony Hopkins) s’inRazza perché un umana a Asgard “proprio un ce pò stà!”.
Va senza dirlo che gli Elfi Oscuri, tutt’altro che sconfitti, tornano a fare capolino. Cercano di estrarre dal fragile corpicino di Jane il potente artefatto primordiale, per vendicarsi della sconfitta subita e, già che ci sono, finire il lavoro lasciato in sospeso sfruttando l’imminente Convergenza – perché anche l’Universo ogni tanto fa tappa dal gommista.
Per Asgard!
Dopo Branagh tocca ad Alan Taylor (Game of Thrones) raccontare le gesta del dio del tuono, riuscendo perfino a superare il già positivo esito della precedente pellicola. Forse Thor non godrà dello naturale charme di Iron Man o della congenita “cartola” di Wolverine, ma grazie ad un sapiente bilanciamento tra divino ed umano, il figlio di Odino riesce ad ammiccare al pubblico in più di un’occasione. Hemsworth – ormai attore consumato dopo le prove di Avengers e Rush – ha carisma, soprattutto sfruttando – a ragione – le imbarazzanti scene che vedono un solenne e “barbaro” dio norreno a spasso per la Terra.
A rubargli la scena l’ottimo Tom Hiddleston nei panni di Loki che, già villain nelle due pellicole sopra citate, rimane il personaggio dotato di più spessore di tutto il film. Scaltro e combattuto, altezzoso e disperato, la dualità del personaggio si è conquistata l’affetto del pubblico che tende a rispecchiarsi nel fallibile – e bastardo – Loki piuttosto che nell’alto-biondo-occhiazzurato Thor.
Il film bissa e sorpassa la qualità del precedente, perdendosi un po’ verso la metà, ma riacquistando brio e varietà poco dopo fino al – ahimé scontato – finale. Di bello c’è che il registra sembra essersi divertito un mondo giocando con la fisica dei “supereroi” tra portali galattici, macchine galleggianti e le mirabolanti stregonerie di Loki – che daranno adito anche ad un apprezzato cammeo da parte del Cap. Sicuramente non un must-see à la Avengers, ma questo “The Dark World” non mancherà di soddisfare sia i fan che lo spettatore occasionale in cerca di un paio di ore di intrattenimento. Mi raccomando, rimanete incollati alle sedie per tutti titoli di coda e gustatevi sia la credits e la post credits scene.
1 gone, 5 to go!