La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime le norme della cosiddetta Fini-Giovanardi, che equiparava le droghe leggere a quelle pesanti livellando verso l’alto reati e pene.
E’ importante sottolineare che non è stato considerato incostituzionale equiparare droghe leggere e pesanti ma il fatto che la Fini-Giovanardi è diventata legge perché fu inserita in un decreto che riguardava le Olimpiadi Invernali di Torino, e la Corte ha sostanzialmente confermato che un decreto non può contenere norme attinenti a temi diversi tra loro (è giusto chiedersi se pochi giorni fa non è stata fatta la medesima cosa con il voto sul decreto Imu-Bankitalia).
Torna così in vigore la Iervolino Vassalli con le modifiche apportate dal referendum del 1993 promosso dagli stessi Radicali.
In realtà, questa decisione della Corte Costituzionale sembra dare una risposta al problema del sovraffollamento delle carceri, visto che la politica pensa solo a litigare. Il 40% dei detenuti è in carcere per violazione della legge sugli stupefacenti, di questi quasi il 40% lo è per procedimenti relativi a droghe leggere. Le stime dicono che circa 10mila detenuti sono dietro le sbarre per reati connessi alla droghe leggere, ora potenziali beneficiari della sentenza.
I giudici non potranno più continuare ad applicare le norme della Fini-Giovanardi ai processi in corso, e questo inciderà in particolare sulle pene. Non ci sono automatismi però per le misure in corso. Chi è in carcere preventivo dovrà fare una richiesta di revoca per il venir meno dei presupposti. Chi invece ha avuto una condanna definitiva è in una situazione più opaca, dovendo fare una istanza per ricalcolare la pena e vedersela ridurre.