E’ di nove morti il bilancio provvisorio dell’affondamento del traghetto Sewol, colato a picco mercoledì mattina al largo della costa meridionale della Corea del Sud. Altri 179 passeggeri sono stati tratti in salvo, di questi 101 sono stati ricoverati in ospedale. Il bilancio del naufragio potrebbe però peggiorare drasticamente. Ben 287 persone mancano all’appello, di queste molte sono giovani studenti.
Nella ricerca dei naufraghi sono impegnate più di 500 persone, ma le difficili condizioni meteorologiche e del mare, attraversato da forti correnti, rendono complicate le operazioni di soccorso. E con il passare del tempo diminuiscono le probabilità di trovare passeggeri ancora in vita.
L’obiettivo è far entrare nel traghetto affondato una prima squadra di sommozzatori. La guardia costiera ha tentato con 20 sub di creare un varco di accesso nello scafo, ma il tentativo è stato subito bloccato da onde alte fino a due metri.
Il padre di uno dei ragazzi dispersi ha annunciato di aver ricevuto un messaggio dal figlio in cui quest’ultimo comunicava di essere ancora vivo e di trovarsi, insieme ad altri superstiti, in una parte della nave sommersa ma con ancora aria respirabile. La notizia è stata poi smentita e si è venuto a sapere che il padre ha solamente riferito quanto affermato da altri genitori secondo cui i figli continuavano a mandare loro messaggi anche dopo l’affondamento.
Le autorità ora stanno accertando, anche con indagini informatiche, se effettivamente dal traghetto affondato siano o no arrivate chiamate o sms ai familiari dei ragazzi e soprattutto se questi presunti messaggi o telefonate siano giunte prima o dopo che la nave fosse sommersa dalle acque.
Ancora da chiarire le ragioni dell’affondamento. Tra le cause, si ipotizza lo scontro con uno scoglio o la collisione con il fondale. Sotto anali anche il comportamento dell’equipaggio che, secondo i superstiti, avrebbe chiesto ai passeggeri di rimanere chiusi nelle cabine. Cabine che si potrebbero essere trasformate in trappole mortali a seguito del naufragio.