E’uscito il 20 Maggio il tanto atteso nuovo album dei Coldplay, Ghost Stories.
Il cambio di direzione rispetto ai due predecessori, Viva la vida e Milo Xyloto c’è stato e si sente, manca il tripudio gioioso d’archi e scopriamo un album, che se vogliamo semplificare, potremo definire contemplativo.
Se vi aspettavate degli inni da stadio, con ritornelli epici da poter cantare a squarciagola insieme ad altre migliaia di persone, non ci sono.
Più che l’album del cambiamento, Ghost Stories rappresenta l’opera della transizione per Chris Martin e la sua band verso i nuovi Coldplay, quello che sembra mancare è la direzione che si vuole prendere.
Tuttavia “Ghost Stories” è un album che non stanca neanche ad ascolti ripetuti e si lascia apprezzare per la sua linearità di suoni e contenuti.
Di base si sente fin dall’inizio la maggiore importanza data all’elettronica: basti ascoltare “Magic”, singolo con la funzione di singolo, appunto, perché è forse la canzone che rimane più in testa dopo il primo ascolto. ”A Sky Full of Stars” porta la firma di Avicii e non a caso ha il beat della dance che funziona. “Always In My Head” e “Oceans” sono due bellissime canzoni, ma troppo poco per quanto ci si aspetti dalla band inglese.
Forse è il problema dei primi della classe, ci si aspetta sempre di più. La mia non è però non è una bocciatura (per quanto possa valere un mio giudizio) ma un arrivederci al prossimo lavoro per capire se la nuova strada presa è quella giusta.