La Riviera contro i siti meteo
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La Riviera contro i siti meteo

Non bastava la crisi e il tempo pazzerello, ora per gli albergatori c’è un nuovo nemico da fronteggiare: i “meteo-terroristi”.

Il termine coniato dal numero uno di Federalberghi Barnabò Rocca, punta il dito contro il manipolo di siti privati sul meteo, accusati di andare a caccia di audience, clic e profitti con bollettini sempre più ansiogeni che in vista delle ferie di agosto costano caro a cittadini e turismo.

Così le associazioni di categoria degli albergatori romagnoli, spalleggiati dall’assessore regionale al Turismo Maurizio Melucci, hanno deciso di fare causa ai meteorologi di questi siti commerciali.

La realtà è che le previsioni del tempo sono diventate una vera e propria macchina da soldi. Il meteo.it è la terza app più scaricata nel 2013 su Android dopo Whatsapp e Facebook e fa 40 milioni di visite al mese, più di Mediaset, Microsoft e Youporn. Nel 2008 fatturava 1 milione di euro e ne guadagnava 46mila. Nel 2012 i ricavi si sono quintuplicati e gli utili sono arrivati a 2,3 milioni.

In Italia la meteorologia è disciplinata dalle leggi sulla libera espressione, perciò nel dubbio meglio esagerare tendendo al catastrofismo che garantisce maggiori visite e clic. Già in Belgio e Olanda gli albergatori del Belgio hanno pensato di far causa al meteo locale ma in entrambi i casi si è concluso con un nulla di fatto. L’unica nazione ad aver pensato a una legge contro i “meteo-terroristi” è il Sud Africa. Due anni fa l’Anc, il partito di Nelson Mandela, ha proposto di rivedere la Weather Service Bill con sanzioni di un milione di euro e carcere fino a 10 anni per chi lancia allarmi meteo senza l’ok dello Stato.