Cosa rimane da raccontare del mito di Dracula? Apparentemente nulla, ma non ditelo al regista Gary Shore che presenta al cinema la storia, mai rivelata, del leggendario vampiro della transilvania.
A interpretare Dracula è Luke Evans. Corre l’anno del signore 1462. Vlad III di Valacchia regna sulla Transilvania dopo aver servito per 10 anni il sultano turco. Durante questi anni Vlad è diventato noto con il soprannome “l’impalatore” per l’abitudine di impalare i suoi nemici. Ma come avvenuto durante il regno di suo padre, il nuovo sultano pretende 1000 giovani da arruolare nel suo esercito prossimo ad assediare Vienna. A Vlad non rimane che consegnare i ragazzi e tra questi anche il suo giovane figlio.
Cosa fare? Consegnare il giovane e perdere il rispetto della moglie (a cui aveva promesso che tale eventualità non sarebbe mai avvenuta) o non farlo, provocando il sultano e costringendo il paese alla guerra, dopo 10 anni di pace e prosperità?
Ma lasciamo da parte per un attimo il dilemma del povero Vlad e concentriamoci sul film. La pellicola segue la moda che imperversa a Hollywood negli ultimi tempi: ripristinare la reputazione dei cattivi, in particolar modo di quelle delle favole come dimostra il recente Maleficent. Vanno però anche bene i mostri e perciò non potevano mancare i vampiri, il cui percorso di riabilitazione è iniziato tempo addietro con la saga di Twilight.
Le similitudini si fermano qui: niente sangue di animali (va benissimo quello umano) e strambi luccichii al sole. I vampiri di Shore sono decisamente più dark e malvagi, tranne Vlad, preso dai suoi dilemmi interiori. Perchè, come Hollywood pretende, Vlad diventa Dracula per necessità e controvoglia, impersonando l’eroe che diventa mostro per salvare quello che possiede di più caro al mondo.
Ma Vlad come diventa Dracula? Semplice. Il povero Vlad non può fare nulla contro il potente esercito turco e baratta la sua umanità per incredibili poteri e una maledizione eterna, abilità capaci di annientare le armate del sultano. Il che ci regala uno dei personaggi più spaventosi del film, un orrido vampiro che vive in una oscura grotta densa di cadaveri. Aggiungiamoci qualche canzone alla “Sucker punch”, combattimenti all’ultimo pipistrello e diversi pali, per ricordarci che alla fine, sotto sotto, al caro Vlad impalare piace un bel pò. Non manca il finale aperto a un possibile sequel.
Insomma il divertimento è assicurato, per vedere qualcosa mai raccontato invece occorre aspettare.