Questa mattina due uomini armati di kalashnikov e un lanciarazzi hanno fatto irruzione nella sede del giornale satirico Charlie Hebdo, a Parigi. Gli uomini , incappucciati e vestiti di nero, hanno ucciso almeno 11 persone. Tra le vittime, secondo i media francesi, ci sarebbero anche due agenti. Gli assalitori sono poi fuggiti, aggredendo un automobilista e impossessandosi della sua auto. Posti di blocco sono organizzati in tutta la capitale francese.
Quindici minuti prima dell’attacco, il settimanale satirico aveva pubblicato sul profilo Twitter una vignetta su Abu Bakr al-Baghdadi, leader dell’Isis mentre sulla copertina del quotidiano campeggia una foto dello scrittore Michel Houellebecq, al centro di polemiche per il romanzo in uscita oggi “Sottomissione”, che racconta l’arrivo al potere in Francia di un presidente islamico.
I due uomini sono sospettati di essere integralisti islamici. Non è la prima volta che il giornale è finito sotto attacco. I precedenti più gravi risalgono al 2006 e al 2011. Nella prima occasione vennero pubblicate le dodici controverse vignette su Maometto del giornale danese Jyllands-Posten. Le vendite balzarono in un giorno dalle 140mila alle 400mila copie, facendo adirare il mondo islamico e spingendo il Consiglio francese del culto musulmano a chiedere il ritiro delle copie dalle edicole. Nella seconda la sede del giornale andò a fuoco dopo essere stata fatta bersaglio del lancio di bombe molotov. L’incendio devastò i locali, ma non ci furono feriti. L’attacco avvenne dopo la pubblicazione di un numero speciale del giornale dopo le elezioni degli islamisti in Tunisia.
Il presidente francese, Francois Hollande, si sta recando sul luogo dell’attacco. Il suo ufficio all’Eliseo ha comunicato che per le 14 è stato convocata una riunione d’emergenza del governo. Il giornale satirico ha sede nel pieno centro di Parigi. Alcuni dipendenti si sarebbero salvati rifugiandosi sul tetto. Sono dieci i feriti, cinque versano in gravi condizioni.