Tra poche ore sarà il 2015 e scommetto che per molti di noi nella lista dei “buoni propositi” per il nuovo anno svetterà – probabilmente come gli anni precedenti – l’obiettivo di essere più produttivi. O meglio. Di essere meno pigri.
Uno dei principali motivi che previene il depennamento del suddetto obiettivo è il fatto che è molto difficile “rompere il cerchio” delle abitudini che definiamo “pigre”.
Pigri o troppo impegnati?
Quando ci si può definire “pigri”? Molti si definiscono tali perché nel loro tempo libero indulgono in attività che reputano ricreative ma inutili al compimento dei loro obiettivi. Ad esempio, se si adora leggere ma si odiano gli sport, ci si definisce pigri perché, piuttosto che farsi una corsa fuori, si rimanere in casa a leggersi l’ultimo best-seller.
Per questo più che di pigrizia bisognerebbe parlare di cattiva gestione del tempo. Tempo che, ad esempio, dedicate a fare qualcosa che vi piace piuttosto che qualcosa che vorremmo fosse fatta (e che solitamente richiede sforzo e dedizione). Pensate a tutte le volte in cui vi siete ripromessi di organizzare una cena con gli amici, andare in palestra o pulire/riordinare casa e avete passato la serata in panciolle sul divano. Capitato mai?
Una soluzione al problema è cercare rendersi conto della sua effettiva entità, tenendo traccia di come viene impegnato il vostro tempo. Non preoccupatevi se non siete tipi da penna e taccuino, esistono programmi appositi per smartphones e computers.
Per ogni attività che fate durante la giornata, segnatene il tipo, l’ora di inizio e quella di fine. Dopo una settimana dovreste già avere dati sufficienti per riuscire a capire come viene investito (o sprecato) il vostro tempo. In base agli obiettivi che vi ponete, ed alle ore dedicate, dovreste poter capire se il vostro è un non-problema (e.g., vorreste rassettare casa un giorno e lo fate quello successivo) o se effettivamente non riuscite a completare i vostri obiettivi. Nel secondo caso dovreste riuscire a classificare il vostro problema in una delle tre categorie qua sotto:
Mancanza di Auto-Disciplina: se siete pieni di propositi ma non riuscite a portarli a termine, benché il tempo a vostra disposizione sia appropriato, potreste avere un problema di auto-disciplina. Guardate i dati che avete collezionato su come investite il vostro tempo. Potreste scoprire che, invece di andare in palestra, avete passato un’ora su Facebook e che invece di studiare la lezione di solfeggio avete sperperato la serata su WhatsApp con le vostre amiche del cuore. Volete raggiungere i vostri obiettivi? Rimuovete le distrazioni inutili e ”debuggate” il vostro cervello.
Aspettative troppo alte: se state già raggiungendo buoni risultati ma non riuscite a completarli tutti, non siete pigri ma più probabilmente avete alzato un po’ troppo l’asticella delle aspettative. Ricordatevi che anche i Grandi (con la G maiuscola) sono partiti facendo un passo alla volta. Non abusate della vostra forza di volontà perché potreste finirla e avere risultati peggiori di quando avete iniziato. Scegliete con cura le vostre battaglie perché il vostro tempo è limitato, così come la vostra forza di volontà.
Mancanza di Motivazioni: terzo ed ultimo caso. La vostra lista di obiettivi è quasi vuota e passate la maggior parte del tempo dormendo o bighellonando in giro senza concludere nulla. Il vostro potrebbe essere un problema di tipo motivazionale. Cercate di fare un passo indietro. Capite se la vostra “pigrizia” deriva dal fatto di non avere idee su cosa fare nel futuro o se magari avete incontrato qualche difficoltà che vi ha resi apatici o restii nel porvi nuovi obiettivi. Se siete bloccati, prendetevi un po’ di tempo per curavi di voi stessi e per conoscervi meglio. La meditazione – scevra da qualsiasi declinazione religiosa – è un valido e riconosciuto aiuto per capire cosa tiene occupata la vostra mente. Anche iniziare a creare qualcosa, oltre che a consumare (informazioni, cibo da asporto o precotto, etc.), è un toccasana per lo spirito, vi fa rendere conto delle vostre buone qualità e contribuirà a farle crescere. Ma non partite per costruire una baita in montagna! Iniziate in piccolo. Fate piccoli lavori di bricolage, cucite, disegnate o imparate a suonare uno strumento. Sono tutte attività che impegneranno il vostro tempo in maniera costruttiva e aumenteranno la sicurezza in voi stessi.
Cambiate abitudini e tenetene traccia
Chiave per risolvere i problemi sopraccitati è cambiare le proprie abitudini. Che sia perché manca auto-disciplina, che si pretenda troppo da sé stessi o che manchino le motivazioni, tutto sta nell’acquisire le giuste abitudini per prevenire inopportune perdite di tempo, evitare di accollarsi troppi compiti e trovare nuovi obiettivi.
È dimostrato che usare un condizionamento contestuale, piuttosto che la sola forza di volontà, permetta una più facile acquisizione di (buone) abitudini. E.g., invece di dire “voglio mangiare più sano”, imponiamoci che, e.g., “a cena si mangia solo verdura” o invece di “voler dormire meglio” stabilire che “a letto si dorme e basta e se si vuole leggere o usare tablet/smartphone si va in salotto”.
Ultimo, ma non meno importante, non spezzate il circolo di buone abitudini. Tenere traccia dei progressi fatti rende più difficile abbandonarle – avete presente il detto “fatti trenta, facciamo trentuno”?. Rendersi conto di cosa si è riuscito a costruire e modificare di sé è sorprendente e contribuirà ad aumentare la conoscenza di sé e la propria autostima.
Provare per credere. Buon 2015 :)