Trascorrete notti insonni cercando l’abbraccio di Morfeo contando, senza successo, pecore, stelle o le proprietà del presidente del consiglio?
Da Pavlov – si, proprio quello del campanello e del cane – una soluzione che potrebbe fare al caso vostro.
Beh, insonnia…
Vediamo se riesco a inquadrare il vostro (nostro) problema: siete a letto, avete sonno, volete dormire. Chiudete gli occhi e … vi girate così tante volte che sembrate il protagonista di un remake a caso dell’esorcista, guardate la tv, leggete un libro, contate qual-dir-si-voglia oggetto/animale/vegetale, ma niente. Non riuscite ad addormentarvi in nessun modo.
Per gli irriducibili delle ore piccole viene in soccorso un metodo– dicono –efficace mutuato dalla ricerca del famoso fisiologo scopritore dei riflessi condizionati.
Cos’è un riflesso condizionato? Senza entrare nello specifico e facendola breve è l’associazione di un preciso stimolo ad una reazione, se viene creato tale legame si ha che il primo diventa lo “stimolo chiave” e la reazione ne è il “riflesso condizionato”.
Imparare ad addestrarci
Benché Pavlov conducesse esperimenti sui cani, la teoria del riflesso condizionato si può applicare (entro un certo margine) anche all’uomo ed è quello che sostiene il professor Richard R. Bootzin dello Sleep Research Lab dell’università dell’Arizona.
Per predisporre al nostro corpo al sonno il professore suggerisce, come miglior pratica, quella del Stimulus Control Therapy, composta dai seguenti sei punti:
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Andare a letto solo per dormire e quando si è stanchi (quindi non per leggere libri, lavorare al computer, guardare tv, ecc…).
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Postilla del primo punto: l’attività sessuale - non sto scherzando ;) -, a letto, è consigliata ed è un ottimo modo per rilassarsi e facilitare il sonno, per questo costituisce un’eccezione alla lista di cose “da non fare” a letto, se si vuole un buon sonno.
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Se non si riesce a dormire entro pochi minuti dopo essersi coricati, evitare di rigirarsi nel letto. Piuttosto è meglio alzarsi, andare in un’altra sala della casa e “girare” finché non ci si sente stanchi.
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Tornati a letto se ancora non si riesce ad addormentarsi ripetete i punti precedenti: lo scopo di questa pratica è forzare il corpo ad associare il sonno alla posizione sdraiata sul letto.
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Mantenere una sveglia regolare– sempre intorno alla stessa ora, indipendentemente dalle ore di sonno – aiuta ad acquistare un buon ritmo circadiano e di conseguenza prepara il corpo al sonno.
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Evitare, se possibile, i “sonnellini” durante il giorno.
Ricordatevi che la “terapia” si basa sul forzare il nostro corpo ad associare il letto al sonno, allontanando il più possibile qualsiasi altra associazione con attività diverse (sesso a parte).
Buona terapia e buona notte!