Cosa succede se nutrite la più grande azienda di animazione con compagnie come Pixar e Marvel? Che ottenete la Disney di oggi, capace di produrvi un filmone come Big Hero 6.
Big Hero 6
Marvel + Pixar = Baymax. E questo già basta per vendere la pellicola. L’idea è perfetta per un film per bambini, ma non mancherà di appassionare e commuovere gli accompagnatori – e non, vedi il sottoscritto – a seguito.
Di cosa sto parlando? Ma di Baymax, il medico cibernetico in vinile gonfiabile che in 10 secondi di presenza su schermo aveva già fatto breccia nel cuore di grandi e piccini in sala.
Ma andiamo con ordine. San Fransokyo – si, alla Disney sono creativi e hanno creato un incidente frontale tra San Francisco e Tokyo. Il risultato è carino e bon. Dicevamo.
San Fransokyo, futuro non troppo lontano, tipica storia Disney i cui cliché si sprecano. Il protagonista, Hiro Hamada, 14enne genio della robotica, vive insieme all’amato fratello maggiore Tadashi e la zia Cass dopo la scomparsa dei genitori. Hiro spreca il suo genio e tempo in incontri illegali tra robot, ma Tadashi lo riporta sulla “retta via”, mostrandogli i progetti futuristici a cui lavorano lui ed i suoi colleghi-amici nerd (nerd, nerd, NERD! Si, il termine è sdoganato, ma non usiamolo troppo, ok?). Senza paura di rovinare la sorpresa a nessuno, che s’era capito dal primo minuto che Tadashi era troppo buono per arrivare oltre la metà del film, il buon fratellone di Hiro viene a mancare e genera un vuoto incolmabile nel cuore di quest’ultimo.
E’ qui che quell’incrocio tra l’omino Michelin e quello dei Marshmallow di Ghostbusters, che è Baymax, entra in scena. Progetto di Tadashi, Baymax è un robot medico che interviene ogni volta che Hiro si fa male ed esclama “Ahia!”. Le cure di Baymax andranno ben oltre i segni vitali e parleranno direttamente al cuore del ragazzo. Decisi a risolvere il mistero dietro la scomparsa di Tadashi, Baymax e Hiro costituiranno un improbabile dinamico duo che trasformerà loro e gli amici (nerd!) di Tadashi in super-eroi.
Bum, balala-la-la!
Con uno stile a metà tra i film Pixar, quello degli eroi Marvel e i manga giapponesi – i riferimenti più o meno espliciti si sprecano –, Big Hero 6 riesce nell’introdurre nell’immaginario collettivo un nuovo tipo di robottone morbidoso che, nei gesti, ricorda il Gigante di Ferro della Warner.
Personalmente ho molto apprezzato il fatto che Baymax non smetta mai di essere un robot, evitando di diventare, per qualche strana “magia” Disney, più “umano”. Anzi, è proprio la sua ferrea logica da robot-medico che mantiene Hiro sui giusti binari, permettendogli di crescere.
Il film scorre leggerissimo, regalando anche qualche grassa risata, soprattutto quelle derivanti dalla pingue fisicità di Baymax e dall’ovvio gioco di fraintendimenti tra uomo e macchina. Per il resto non aspettatevi trame complesse o battute troppo argute, è pur sempre un Disney fatto per un pubblico di pre-adolescenti.
Da dire c’è che, anche se ben so che Baymax è stato creato a tavolino per essere Morbidoso&Coccoloso™, così da vendere film, pupazzi e chincaglierie varie, non posso evitare di provare tenerezza per questo robottone dispensa-coccole. Un orso Lots-O’-Hugging’ del nuovo millennio che sicuramente non mancherà di ritornare – e che non mancherò di tornare a vedere – sul grande schermo.
Bum, balala-la-la!
P.S. rimanete fino alla fine (ma proprio alla fine) dei titoli di coda. Vi aspetta una Marvelliosa sorpresa :)