“Un film che vi farà stare bene!”
Recitava così il promo, e devo dire che uscito dalla sala mi sentivo davvero bene.
Una commedia che fa ridere e piangere, e sebbene costruita a tavolino per sbancare il box-office, il risultato è un mix azzeccato di toni agrodolci, ironici a tratti surreali.
I Bélier sono una famiglia di fattori che vive in un paesino nel nord della Francia. Sono tutti sordomuti ad eccezione di Paula, sedicenne e primogenita, la quale si ritrova quindi quotidianamente a ricoprire il ruolo di interprete dei genitori.
Spronata dal suo insegnante di musica Paula incomincia a cantare e le viene offerta la possibilità di partecipare alle selezioni per una famosa scuola di canto parigina, ma la ragazza non sa se accettare: essere scelta significherebbe allontanarsi dalla propria famiglia.
La pellicola riesce a trattare temi universali: l’interdipendenza tra genitori e figli, lo scontro tra aspirazioni personali e desideri altrui, l’accettazione sofferta del distacco e del cambiamento senza però annoiare anzi riuscendo ad emozionare.
La diversità della famiglia Bélier viene trattata senza retorica ma con tanta ironia. I coniugi Bélier sono orgogliosi della loro sordità, considerandola un segno distintivo e non un handicap, tanto da “rattristirsi” del fatto di avere una figlia senza problemi di udito, invertendo il concetto di diverso.
Louane Emera (rivelazione del talent show The Voice francese) si mostra a suo agio nel ruolo di Paula, una ragazza diversa dai suoi coetani, per questo in linea con gli altri membri della famiglia Bèlier.
Sono molti gli elementi da favola, la fattoria, la ricerca del sogno, il principe azzurro, un film da famiglia che ci fa volare nella bellezza della semplicità.