Germanwings. Mai più.
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Germanwings. Mai più.

Quando ho letto del volo Germanwings non ho potuto fare a meno di pensare ad un libro letto di recente: “Influence - Science and Practice” di Robert Cialdini.

Tra le teorie sull’influenza sociale esposte dall’autore, c’è quella della “Prova Sociale” (Social Proof) – uno fa una cosa, due lo seguono, tre lo imitano, etc. – riportando l’esempio dei suicidi “famosi” che, inspiegabilmente, sono i precursori di una catena di incidenti, spesso mortali, successivi al primo evento funesto. Ricordo la pelle d’oca mentre leggevo il passaggio in cui Cialdini cita lo studio di David Phillips, sociologo della University of California, e l’effetto “Werther”.

werther

L’effetto prende il nome dalla serie di suicidi registrata a fine ‘700 tra i giovani lettori del romanzo di Goethe “I dolori del Giovane Werther”, considerati emulatori della fine “romantica” del loro eroe letterario. Nello studio, Phillips sottolinea la connessione tra i suicidi “famosi” e l’improvvisa impennata di inspiegabili incidenti navali, ferroviari e aerei dovuti ad un “errore umano”. L’errore, purtroppo, per una buona percentuale di questi incidenti inspiegabili, è voluto. I motivi per farlo sono tanti: difendere la propria reputazione, evitare di ferire o screditare la propria famiglia o perfino per far avere il premio dell’assicurazione sulla vita ai propri cari. Morti accidentali per aver “perso il controllo del veicolo”, “preso il binario sbagliato” o “non aver seguito la procedura standard di atterraggio”.

Germanwings

L’incidente della Germanwings ha fatto luce su una scomoda verità che non abbiamo voglia di affrontare: nella corsa sfrenata al prezzo più basso e al servizio più scontato ci scordiamo – o vogliamo scordarci – che dall’altra parte ci sono persone con i nostri stessi sentimenti, desideri e problemi.

Nel particolare caso delle compagnie aeree, queste non sono tenute ad effettuare test psicologici preliminari e men che meno periodici sul personale di volo.

L’unico controllo è l’esame medico annuale – al pari di qualsiasi altro lavoratore. Ovviamente se il medico riscontrasse evidenti sintomi di depressione, riporterebbe il problema a chi di dovere. Quello che però può “scappare” alle – larghe – maglie dei controlli standard, sono le situazioni eccezionali a cui qualsiasi persona che viaggia intensamente per lavoro è sottoposta: lontananza dalle persone care, le rotture sentimentali e, nei peggiori casi, il divorzio, seguito dalle dilanianti procedure legali che ne derivano, ancora più gravanti se in presenza di figli.

Siamo sicuri di voler mettere in mano ad un pilota con alle spalle una difficile situazione familiare, magari provato da un orario di lavoro serrato, il controllo di un aereo con a bordo centinaia di persone?

Vale la pena ripensare ai soldi, al lavoro e alla vita. Mettere quest’ultima per prima. Controlli periodici sulla qualità del lavoro possono evitare tragedie come queste. Il supporto può letteralmente salvare delle vite, se offerto in tempo.

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Germanwings. Mai più.