Il virus dell’ebola potrebbe essere debellato entro la fine dell’anno. Lo ha dichiarato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms), Margaret Chan, la quale ha esposto al Consiglio di sicurezza le riforme adottate al fine di migliorare la risposta al virus in Liberia, Guinea e Sierra Leone.
A maggio l’organizzazione aveva già annunciato la scomparsa della malattia in Liberia (anche se è notizia di questi giorni la morte di un ragazzo quindicenne per Ebola), in Sierra Leone non si risultano casi da quasi 2 mesi, mentre pochi giorni fa è guarita l’ultima paziente di Ebola in Guinea, una bambina di tre settimane di nome Nubia.
Debellata o quasi l’emergenza epidemia, è ora di guardare i numeri e individuare i colpevoli.
Parliamo, infatti, della peggiore epidemia di Ebola di sempre. Stando agli ultimi dati dell’Oms, ha visto 11.300 decessi su quasi 29.000 casi, soprattutto nei paesi dell’Africa occidentale, Guinea, Liberia e Sierra Leone.
Secondo un gruppo di ricercatori indipendenti, guidati da Peter Piot, direttore della London School of Hygiene & Tropical Medicine nonché co-scopritore del virus Ebola, l’epidemia ha causato «inutili sofferenze e decessi» perché l’Organizzazione mondiale della Sanità «si è mossa troppo tardi nel dichiarare l’emergenza», cinque mesi dopo la notifica dei primi focolai in Guinea e Liberia, denotando «una mancanza di leadership e responsabilità».
La speranza è che una simile epidemia non avvenga mai più e che si crei un centro dedicato all’interno dell’Oms, con un proprio budget, che possa agire e coordinare gli interventi in modo tempestivo.