Lucy, la nostra antenata della specie Australopithecus afarensis il cui scheletro è stato rinvenuto in Etiopia nel 1974, morì cadendo da un albero.
A dirlo è uno studio dell’università del Texas secondo cui le fratture presenti nello scheletro sono compatibili con una caduta dall’alto. All’epoca, all’incirca 3,18 milioni di anni fa, gli ominidi ancora vivevano fra i rami e avevano imparato a camminare solo in modo parziale.
E spesso Lucy, come i suoi coetanei, si rifugiava sugli alberi, dove i suoi antenati avevano sempre vissuto, per mangiare e dormire.Da lì Lucy perse l’equilibrio, finendo a terra e rompendosi spalle, collo, torace e bacino.
I ricercatori texani hanno osservato i resti delle ossa di Lucy con le tecniche di imaging più avanzate di oggi. In particolare le hanno sottoposte a una tomografia computerizzata a raggi X ad alta risoluzione. Gli stessi hanno poi messo a confronto le immagini delle ossa di Lucy con quelle di alcuni pazienti di oggi. Poi hanno poi consultato dieci ortopedici, nove dei quali gli hanno dato ragione. Hanno concluso che “Lucy è caduta dall’alto e ha tentato consciamente di proteggersi portando avanti le braccia”.
Non tutti però condividono questa teoria. Tra questi c’è lo stesso scopritore di Lucy, il paleoantropologo Donald Johanson, che sottolinea come anche antilopi, gazzelle, rinoceronti e giraffe mostrano spesso fratture simili. “Ma potete stare certi che non sono caduti da un albero” ha dichiarato. Senza ulteriori prove, la tesi avanzata oggi per lui resta “una storia come le altre, che non può essere confermata né smentita. Spero che serva a stimolare ulteriori studi”.